Gb, le amputano le gambe per la meningite: ora Clare è una modella

Gb, le amputano le gambe per la meningite: ora Clare è una modella
di Federica Macagnone
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Giovedì 25 Agosto 2016, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 19:02

Una combattente nata, indomita, che nessuna avversità della vita è riuscita finora a piegare. Quando tutto sembrava perduto, dopo sei mesi trascorsi in coma, quando i medici stavano per staccarle la spina, le sue pupille hanno cominciato a dilatarsi per urlare al mondo che lei era viva, che non voleva andarsene, che era troppo presto perché tutto finisse così miseramente in una stanza d'ospedale. Era il settembre 2001 e la seconda vita di Clare Brown, una ragazza di Chichester nel West Sussex, in Gran Bretagna, che all'epoca aveva 17 anni, cominciò in quel momento: con gli effetti devastanti sul corpo di una meningite, le gambe amputate, un percorso difficilissimo verso la luce della normalità davanti a sé. Ci sono voluti 15 anni perché la ragazza recuperasse e diventasse madre di due bimbi e modella e ambasciatrice dell'organizzazione non profit "Models of Diversity", che cura la campagna per far sì che il settore della moda venga ampliato alle diversità di qualsiasi tipo: di razza, di taglia, di disabilità.
 

 


Tutto cominciò una sera in cui, ospite di un amico, Clare crollò a terra mentre era in bagno e fu portata d'urgenza in ospedale: i sintomi che da giorni avvertiva, e che lei aveva scambiato come effetti di un forte raffreddore, erano quelli di una meningite devastante. All'inizio si pensò solo a un'infezione virale, ma ben presto venne a galla la verità. La ragazza restò in coma per sei mesi, fino al giorno in cui i medici decisero che non c'era altro da fare che staccare la spina e spegnere il macchinario che la teneva in vita: quel giorno, però, le sue pupille, cominciarono a dilatarsi. Era il segnale che diceva che Clare poteva farcela: e le speranze si riaccesero. Uscì dal coma nel settembre 2001, ma nel frattempo i medici avevano dovuto amputarle le gambe per salvarle la vita. Ripartì da zero, come se la sua vita precedente non ci fosse mai stata: ha dovuto imparare nuovamente a parlare, a mangiare, a inghiottire. Un percorso a ostacoli di difficoltà estrema, adatto solo a combattenti di prima scelta: e Clare lo era. Da anni entra ed esce dagli ospedali, lottando contro le avversità che ancora oggi, in alcuni momenti, non la abbandonano: dolori, problemi di vista, vertigini, voce a tratti impastata. Ma ce l'ha fatta e adesso ha trasformato il suo terribile calvario in una nuova opportunità diventando modella e ambasciatrice di chi, come lei, sta combattendo la sua lotta contro i pregiudizi e il concetto di diversità. 

«Sono felicissima di far parte di “Models of Diversity” - ha detto Clare - Quando non sei una persona con un corpo perfetto, ti senti brutto e senti tutti gli occhi puntati addosso. Ma grazie a questa organizzazione mi sento fiduciosa ed entusiasta di iniziare una nuova avventura».
E sono proprio l'aspettativa di una vita migliore, la speranza e la fiducia da infondere alle persone che vengono tacciate come diverse, che hanno spinto Angel Sinclair a fondare l'organizzazione: «È importante che queste persone si vedano rappresentate dalla moda. Il nostro scopo è di azzerare il gap che separa la disabilità e il mondo delle passerelle. Models of Diversity, dunque, invita tutte le case di mode a un'opera di integrazione, chiamando a lavorare nelle loro maison anche modelle con disabilità».

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