Gaza, notte di guerra. Fonti palestinesi: «Oggi 100 morti»

Razzi di Israele su Gaza
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Martedì 29 Luglio 2014, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 07:49

Mentre Gaza piange la perdita di otto bambini colpiti dalle bombe mentre giocavano in un parco giochi, Israele scarica la colpa su Hamas e nel rimpallo di accuse entra anche la guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei.

Un'altra piccola vittima Un bambino palestinese di sei anni è morto nell'ospedale di Arish, in Egitto, dove era ricoverato per le gravi ferite riportate a Gaza. Lo si è appreso da fonti informate. Oltre al bambino, Mohamed Ahmed Siyam, è morta per la gravità delle ferite anche una donna di 46 anni. Nei giorni scorsi era stata segnalata la morte di almeno un altro dei circa cento feriti palestinesi che, secondo dati ufficiali diffusi domenica, sono stati ricoverati in ospedali egiziani grazie all'apertura umanitaria del valico di Rafah.

Più di cento palestinesi sono rimasti uccisi solo oggi a Gaza.

Tramite Twitter il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf al-Qedra, ha reso noto che dalla scorsa mezzanotte più di cento persone sono rimaste uccise in «bombardamenti israeliani».

I razzi di Hamas anche su Gerusalemme. Le sirene d'allarme sono risuonate nell'area grande di Gerusalemme. Il sistema di difesa antimissili Iron Dome ha intercettato un missile lanciato da Gaza verso la zona di Gerusalemme, a due passi dalla Cisgiordania. Lo si apprende dai media. In mattinata diversi razzi sono stati sparati da Gaza e due di essi sono stati intercettati sopra ad Ashqelon dalla batteria di difesa Iron Dome. Altri razzi sono caduti in zone aperte. Lo riferisce la radio israeliana. Non si ha notizia di vittime. Per lanciare razzi contro Israele Hamas usa anche cimiteri, sostiene il portavoce militare israeliano in un messaggio twitter a cui allega la fotografia aerea del cimitero di Beit Lahya (nel nord della Striscia) ripreso mentre un razzo si eleva in volo verso Israele. In un altro messaggio twitter il portavoce militare ribadisce che l'ospedale Shifa di Gaza e il campo profughi di Shati sono stati colpiti ieri da razzi palestinesi lanciati da Gaza City verso Israele e risultati difettosi. In quelle esplosioni 10 persone (per lo più bambini) sono rimaste uccise.

I palestinesi dell'Anp intendono dichiarare una tregua umanitaria. Lo annuncia - citato dai media - il membro del comitato esecutivo Olp Yasser Abed Rabbo, che parla di 72 ore di cessate il fuoco. Per Rabbo, la tregua non pone condizioni ad Israele e sarebbe stato approvata da tutte le fazioni. Secondo altre fonti la tregua sarebbe solo di 24 ore.

Hamas contraria a tregua. Il portavoce di Hamas a Gaza, Abu Zuhri, precisa che la dichiarazione dell'Anp riguardo al consenso del movimento ad un cessate il fuoco di 24 ore non è in linea con la politica di Hamas. «Non daremo il nostro consenso alla calma fino a quando Israele non si impegnerà per la calma. Se otterremo un impegno internazionale per un'accettazione della calma da parte di Israele, lo prenderemo in considerazione», ha detto il portavoce di Hamas secondo quanto riporta Haaretz.

Colpita la centrale elettrica di Gaza L'unica centrale elettrica di Gaza è stata colpita la scorsa notte dall'aviazione israeliana. I contenitori di combustibile sono in fiamme da diverse ore e per il momento non è possibile spegnere l'incendio. Lo affermano palestinesi che abitano nelle vicinanze, nel settore centrale della Striscia. La scorsa notte numerosi quartieri di Gaza - mentre si moltiplicavano gli attacchi dell'aviazione israeliana - sono piombati nell'oscurità. Oggi gli abitanti della Striscia, circa 1,8 milioni di persone, hanno a disposizione in media solo due ore di corrente elettrica. Chi può sopperisce con piccoli generatori di corrente elettrica ad uso familiare.

Bombe sulla scuola cattolica Un bombardamento dell'esercito israeliano effettuato questa mattina nei pressi della parrocchia cattolica di Gaza, dedicata alla Sacra Famiglia, ha parzialmente distrutto anche l'adiacente scuola parrocchiale, l'ufficio del parroco e alcuni locali utilizzati dalla parrocchia. Lo riferisce all'agenzia Fides il parroco Jorge Hernandez. Il bersaglio principale del bombardamento era una casa che si trova a pochi metri dal complesso parrocchiale e che è stata completamente rasa al suolo dal raid.

Il bilancio dei morti. Con le vittime di oggi sale ancora il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza: Secondo le fonti palestinesi, ammontano ad almeno 1.187 i morti dall'inizio dell'offensiva israeliana l'8 luglio scorso.

Cinque soldati israeliani sono stati uccisi ieri nei combattimenti con un commando palestinese che stava tentando di infiltrarsi in un tunnel a Nahal Oz, vicino la frontiera con Gaza. Lo ha annunciato oggi l'esercito. «I soldati di fanteria Daniel Kedmi (18 anni), Barkey Ishai Shor (21 anni), Sagi Erez (19 anni) e Dor Dery (18 anni) sono stati uccisi in un tentativo di attacco», rende noto un comunicato militare, aggiungendo che la pubblicazione del nome del quinto soldato non è stata ancora autorizzata. Salgono così a 53 i militari israeliani morti dall'inizio dell'operazione contro Hamas, l'8 luglio scorso.

Gli sfollati Agli oltre 200mila sfollati di Gaza (su una popolazione di 1,8 milioni) se ne sono aggiunti nelle ultime ore altri 20 mila. Sono gli abitanti dei rioni di Izet Abed Rabbo (vicino al campo profughi di Jabalya) e di Zaitun (a est di Gaza) che la scorsa notte hanno ricevuto da Israele l'avvertimento di abbandonare immediatamente le loro abitazioni. Israele ha avvertito gli abitanti che i loro quartieri potrebbero presto trasformarsi in zone di combattimento con i gruppi armati palestinesi. Alla luce delle battaglie che la settimana scorsa hanno insaguinato Sajaya, Beit Hanun e Khuzaa (Khan Yunes) le minacce israeliano hanno indotto dunque la popolazione di quei rioni a sgomberare velocemente le proprie case. Ciò, nonostante che nelle stesse ore numerosi quartieri fossero immersi nella oscurità e malgrado i ripetuti raid dell'aviazione israeliana. Gli sfollati cercano adesso ospitalità da congiunti o riparo in scuole pubbliche.

Bombe sulla casa del leader L'aviazione israeliana ha bombardato la casa di Ismail Haniyeh, leader di Hamas a Gaza, nel campo profughi di Shati. Lo afferma il figlio. «Il nemico israeliano ha bombardato nella notte la nostra abitazione, in due attacchi», afferma Abed Salam Haniyeh in un comunicato. Al momento non risultano vittime. Subito dopo l'annuncio del bombardamento sull'abitazione di Haniyeh, tre razzi sono stati lanciati su Israele: uno è stato intercettato su Ashdod (sud), mentre gli altri due sono caduti vicino Rishon LeZion (10 km a sud di Tel Aviv), senza causare feriti. Lo rende noto l'esercito israeliano. I lanci sono stati rivendicati in un comunicato dal braccio armato di Hamas, le brigate Ezzedine al-Qassam. Ismail Haniyeh è apparso il 21 luglio sul canale tv di Hamas per ribadire le condizioni del movimento islamista in vista di un cessate il fuoco con Israele: la revoca del blocco israeliano e la liberazione dei miliziani prigionieri.

L'ayatollah Ali Khamenei ha definito Israele un «cane rabbioso» che sta commettendo un «genocidio» a Gaza, affermando che il mondo islamico deve «armare» i palestinesi. Khamenei ha parlato in un discorso diffuso in diretta dalla tv di Stato. «Un cane rabbioso, un lupo selvaggio che attacca persone innocenti, bambini che hanno perso la loro vita senza colpe. Quello che fanno i leader del regime sionista è un genocidio ed una catastrofe storica», ha detto Khamenei. «Il presidente americano (Barack Obama) ha emesso una fatwa affinchè la resistenza (palestinese) venga disarmata, così che non possa rispondere a tutti questi crimini. Noi diciamo il contrario: il mondo intero, ed in particolare quello islamico, deve armare più che può il popolo palestinese», ha aggiunto. Secondo il leader iraniano gli Stati Uniti ed i paesi europei sostengono la smilitarizzazione palestinese così che Israele possa attaccare «la Palestina e Gaza in qualsiasi momento, senza che si possano difendere». Khamenei ha infine salutato la «forza di resistenza palestinese: un popolo circondato in un piccolo territorio, con le frontiere chiuse, privo d'acqua ed elettricità, una popolazione che affronta un nemico armato come quello del regime sionista. Questo popolo resiste senza sosta: questa è una lezione per tutti».

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