La delegazione è stata ricevuta lunedì sera all'Eliseo dal presidente Emmanuel Macron, un modo per evidenziare il coinvolgimento personale del presidente nello storico processo. Il capo dello Stato intende inoltre recarsi sul posto «al più tardi a maggio». Al termine di un fragile processo di decolonizzazione avviato nel 1988 con gli accordi di Matignon e proseguito nel 1998 con l'accordo di Nouméa, l'auspicio è che il referendum sia condiviso da tutti. Per l'affidabilità dello scrutinio non si esclude l'invio di osservatori Onu. Un membro del governo si dice sicuro che «l'indipendenza non passerà. Quello che conta però - aggiunge - è che i risultati del voto vengano accettati da tutti».
Quanto alla Corsica, il 3 e 10 dicembre si terranno le elezioni per la fusione dei due dipartimenti dell'isola: Haute-Corse e Corse-du-Sud.
Nel continente, c'è chi teme possano fungere da pretesto per riaccendere aspirazioni indipendentiste. «Siamo favorevoli all'autonomia della Corsica - ha detto il ministro dell'Interno Gérard Collomb - ma all'autonomia nell'ambito della Repubblica francese».
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