Le premesse non sono esaltanti e tutto fa pensare che l’incontro non possa che concludersi in maniera analoga a quello di maggio. Palazzo Chigi e Farnesina hanno comunque storto il naso per l’iniziativa francese di cui sono venuti a conoscenza solo indirettamente e non certo per volontà di Parigi.
Lascia soprattutto perplessi l’intento francese di porre sullo stesso piano il presidente del Consiglio presidenziale libico - riconosciuto dall’Onu - con l’uomo forte delle milizie che contestano l’autorità di Tripoli. Dopo settimane trascorse a ridurre il problema dei migranti ad affare tutto italiano perché «l’80% sono migranti economici», Macron prende in mano il dossier libico e viene il sospetto che sia interessato ad altro e molto meno al problema degli sbarchi.
In una nota diffusa dall’Eliseo, che solo poche ore fa ha dato notizia del summit, si legge che la Francia «lavora» e vuole continuare a «lavorare strettamente con l'Italia sull'insieme delle iniziative» riguardanti la Libia.
Quella di domani sulla Libia «non è affatto un'iniziativa esclusiva», dicono fonti dell'Eliseo, aggiungendo che Parigi «è molto rispettosa della forte relazione tra l'Italia e la Libia» e «con l'Italia abbiamo rapporti molto stretti». L'obiettivo - aggiungono le fonti della presidenza francese «è associare tutti, Italia inclusa». E ancora: «Abbiamo tenuto a informare i Paesi frontalieri sia i Paesi impegnati in Libia».
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