Francia, il giallo della fuga di Hayat: «È già in Siria da giorni»

Francia, il giallo della fuga di Hayat: «È già in Siria da giorni»
4 Minuti di Lettura
Sabato 10 Gennaio 2015, 15:55 - Ultimo aggiornamento: 17:43

Dopo i tre giorni di terrore e i blitz che hanno sconvolto Parigi, adesso in Francia l'attenzione degli investigatori si è rivolta alla caccia ad Hayat Boumeddiene, moglie del terrorista Coulibaly, che ha assaltato un supermercato kosher nella capitale francese.

Le Parisien scrive però che la donna più ricercata di Francia sarebbe già da giorni in Siria: avrebbe preso il 2 gennaio un volo Madrid-Istanbul assieme ad un uomo il cui fratello è noto ai servizi francesi. I servizi turchi riferiscono, dice ancora il quotidiano, che la donna ha attraversato il confine fra Turchia e Siria giovedì 8 gennaio. Era in possesso di un biglietto di ritorno Istanbul-Madrid per venerdì 9 gennaio, ma la 26enne non ha mai preso quel volo. Tali notizie appaiono in contraddizione con il fatto che la Boumeddiene è ricercata dalla polizia francese per la sparatoria di Montrouge giovedì 8 gennaio. Inoltre alcuni testimoni, riportavano oggi i media francesi, avrebbero visto la donna giovedì sera mentre scendeva da un taxi a Parigi assieme a Coulibaly, l'uomo che ieri è stato ucciso dopo aver tenuto diverse persone in ostaggio in un minimarket kosher.

Il profilo. Descritta dalla polizia francese che le sta dando la caccia come «armata e pericolosa», Hayat Boumeddiene si è sposata, solo con rito religioso islamico, con Amedy Coulibaly nel 2009 e da allora indossa il velo integrale e ha lasciato il suo lavoro come cassiera.

La ragazza, di cui la polizia ha diffuso una foto segnaletica, è nata il 26 giugno 1988 a Villiers sur Marne, nella Marna, in una famiglia con sette figli. Nel 1994 muore la madre.

Il padre Mohammed, che lavora come addetto alle consegne, non riesce a badare a tutti i figli e i più piccoli vengono affidati ai servizi sociali, anche Hayat nel 1996 quando ha 8 anni. Dopo il matrimonio con Coulibaly la coppia va a vivere a Bagneux. Hayat accompagna, sempre nel 2010, almeno due volte il marito a Murat, paesino nella regione centro-meridionale di Cantal, dove vive in soggiorno obbligato Djamel Beghal, islamista, noto anche con il nome di Abou Hamza, condannato per terrorismo e proselitismo per i takfir, una setta all'interno della comunità salafita.

Beghal viene considerato il "cattivo maestro" che lega Coulibaly ai fratelli Kouachi, anche loro suoi discepoli. Ma secondo quanto reso noto dagli inquirenti parigini, i legami "costanti e consistenti" tra i due gruppi di fuoco che hanno terrorizzato per tre giorni la Francia sono provati anche dalle oltre 500 telefonate che nel 2014 si sono scambiate Boumeddiene con Izzana Hamyd, la moglie di Cherif Kouachi arrestata mercoledì sera. La donna fu interrogata dalla polizia dopo l'arresto del compagno accusato di aver partecipato al tentativo di evasione di Smain Ait Ali Blekacem, responsabile di una serie di attentati nel 1995. Riguardo agli incontri con Beghal, affermò che «ad Hamza abbiamo rivolto domande sulla religione». In quell'occasione, Hayat disse di aver l'intenzione di trasferirsi in un paese arabo per studiare l'arabo classico.

Vista l'ultima volta con Coulibaly giovedì. Amedy Coulibaly e la sua compagna Hayat Boumediene, tutt'ora ricercata, sarebbero stati visti assieme da testimoni giovedì sera, alla vigilia della presa di ostaggi nel minimarket kosher. A quanto riferiscono i media francesi, la coppia è stata vista scendere da un taxi a Parigi nella serata e potrebbe aver passato la notte assieme. Quella mattina di giovedì c'era stata la sparatoria di Montrouge, nella quale è stata uccisa una poliziotta municipale. Venerdì mattina è stata diffusa la foto segnaletica dei Coulibaly e Boumeddiene in relazione a quell'attacco.

Poco dopo Coulibaly faceva irruzione nel minimarket kosher, in una drammatica presa di ostaggi al termine della quale verrà ucciso. Boumediene è tutt'ora ricercata per la sparatoria di Montrouge, ma non si esclude che «abbia avuto un ruolo logistico» nella presa d'ostaggi di venerdì.

I vicini: «Ora i miei figli hanno paura». «Siamo scioccati. I miei figli non vogliono uscire di casa». Lo ha detto all'ANSA una vicina di casa di Amedy Coulibaly e Hayat Boumeddiene, il killer del negozio kosher di Parigi e la sua compagna tuttora ricercata dalla polizia. «Erano gentilissimi, molto cordiali», racconta la donna uscendo dal palazzo di Fontenay aux Roses, alla periferia sud della capitale francese.

«Lei usciva presto per lavorare, mentre lui spesso non c'era. Mi ricordo quando lei è venuta a vivere qui, indossava già il velo, ma era spesso con delle amiche e guidava una moto», continua la vicina di casa, aggiungendo che poi Hayat abbandonò la due ruote per una Clio. La compagna del killer sposata solo «religiosamente» con Coulibaly, abitava infatti già nello stabile di Fontenay prima che l'attentatore andasse a vivere con lei circa due anni fa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA