Francia, allarme kamikaze-untori: il nuovo volto del terrore

Francia, allarme kamikaze-untori: il nuovo volto del terrore
di Francesca Pierantozzi
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Sabato 1 Aprile 2017, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 09:50

PARIGI La paura adesso è quella dell'untore, del kamikaze imbottito di ebola, in grado fare strage, più che col kalashnikov o con il giacchetto di perossido di acetone. La paura è la bomba sporca, magari fabbricata con la stampante 3D, il drone piccolo come un insetto, l'atomica tascabile costruita con materiali radioattivi rubati in Pakistan o comprati sul mercato nero in Bulgaria. Un rapporto della Segreteria generale francese per la Difesa e la Sicurezza nazionale che sarà parzialmente reso noto in aprile ma che ieri il Figaro ha anticipato descrive quale potrebbe essere la nostra vita fino al 2030, nell'era del post-terrorismo. Altro che kamikaze low cost, lanciati allo sbaraglio con un coltello o un machete: secondo gli esperti francesi il futuro che ci aspetta è tecnologico e le minacce riassumibili nella brutta sigla NRBC, nucleare, radioattiva, biologica e chimica.

LE TECNOLOGIE
In realtà di terrorismo tecno si parla da tempo e l'attacco chimico o batteriologico viene regolarmente evocato, non senza ragione se si pensa per esempio all'attentato col Sarin nella metro di Tokyo nel 1995, o alle centrali nucleari, spesso citate nel quadro di inchieste dell'antiterrorismo (in Belgio, quelle di Tihange e Doel e il Centro di Studi Nucleari di Mol erano state chiaramente definite dall'Isis obiettivi di possibili attacchi).
Di una cosa gli esperti francesi sono certi: non è finita e il rischio zero non esisterà mai. Anche se indebolita sul campo, l'Isis ha ancora intenzioni e forze per colpire. Per Louis Gautier, responsabile della segreteria per la Difesa e la Sicurezza (al servizio del Governo), il lavoro è stato svolto «per attirare l'attenzione sui settori strategici in cui ancora pochi osano avventurarsi».

I NUOVI ACQUISTI
La nuova Jihad sta reclutando informatici e ingegneri, senza contare i Mooc, i corsi on line ormai aperti da tutte le università, anche le più prestigiose, che consentono di specializzarsi senza dare nell'occhio. Di sicuro infiltrazioni terroristiche sono possibili presso strutture sanitarie per recuperare materiale presente nelle macchine di radiologia. Per i francesi, «le nostre società potranno subire altri attacchi da qui al 2030» e «c'è da aspettarsi un salto tecnologico».
L'ipotesi del kamikaze infetto, del terrorista untore, è presa sul serio. Da una parte è facile passare i controlli sanitari alle frontiere durante il periodo d'incubazione della malattia, in secondo luogo «le sequenze di virus patogeni come quelli del vaiolo o di ebola sono ormai accessibili su banche-dati pubbliche».
Il rapporto evoca anche, secondo il Figaro, i danni non solo materiali che queste azioni possono provocare. A tre mesi dalle elezioni presidenziali, suona particolarmente sinistro l'avvertimento che «azioni di tale portata potrebbero portare a uno sfinimento della società e accrescere il bisogno di sicurezza dei cittadini in proporzioni tali da rendere possibile l'avvento di regimi autoritari».

LA STRATEGIA
Gli stati hanno comunque già messo in pratica «una strategia di difesa contro il bio terrorismo», in particolare vista la diffusione di nuove tecnologie per tagliare il Dna, processo che agevola la trasformazione di virus e batteri in armi chimiche. Gli esperti francesi chiedono più collaborazione «a livello europeo e internazionale», tra università, enti scientifici e tecnici, e enti militari. Intanto la Francia ha cercato almeno di aggiornare il suo dispositivo antiterrorismo, al livello di massima allerta (sopra c'è solo l'attentato imminente o in corso) da più di due anni. Da novembre Vigipirate è diventato Vigipirate plus, e ha esteso la sorveglianza a droni e attacchi informatici.