Sono passati vent'anni, eppure la guerra nell'ex Jugoslavia riserva ancora degli strascichi imprevisti e agghiaccianti.
Il genocidio messo in atto dai soldati serbi, che passarono casa per casa sterminando la popolazione in Bosnia è ricordato tuttoggi come uno dei più terribili episodi di violenza della seconda metà del Novecento.
Un'ulteriore conferma di quell'ecatombe arriva oggi con la scoperta dell'enorme fossa comune di Tomasica, vicino alla città di Prijedor, a 260 chilometri a nord di Sarajevo.
L'Istituto delle persone scomparse di Sarajevo ritiene che la fossa di Tomasica sia legata a un'altra, ritrovata nel 2003 a circa sei chilometri di distanza, dove furono tumulate 373 vittime.
I corpi rinvenuti a Prijedor sono di uomini, donne e bambini croati e bosniaci, probabilmente uccisi in un campo di concentramento che i serbi avevano allestito nei pressi della città. La fossa è grande 5 mila metri quadri ed è profonda circa 10 metri.
Si stima che in quattro anni di conflitto siano state uccise fra le 130 e le 140 mila persone.