Filippine, militanti islamici distruggono i simboli cristiani: poi danno fuoco alla chiesa

Filippine, militanti islamici distruggono i simboli cristiani: poi danno fuoco alla chiesa
di Federica Macagnone
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Martedì 6 Giugno 2017, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 19:12

Uno scempio perpetrato in pieno giorno: sono immagini choc quelle che arrivano dalla città di Marawi, nelle Filippine meridionali, dove un gruppo di militanti islamici, affiliati all'Isis, hanno distrutto una chiesa prima di darle fuoco. Come si vede nelle immagini, pubblicate per la prima volta dalla Amaq News Agency, l'organo di propaganda dei jihadisti, i terroristi hanno fatto irruzione in una chiesa seminando distruzione, facendo a pezzi le statue dei santi e un enorme crocifisso che dominava l'abside. Poi si sono accaniti su alcuni poster che raffiguravano Papa Francesco, prima di appiccare il fuoco alla struttura.

I militanti islamici hanno invaso parte della città d Marawi circa due settimane fa e, secondo funzionari militari che hanno parlato con la Bbc, si sono attrezzati in vista di un lungo assedio. Le forze dell'ordine stanno cercando di stanare gli uomini armati che, nel frattempo, si sono nascosti in una vasta rete di rifugi sotterranei, costruita anni fa e formata da tunnel e seminterrati in cui tengono grandi scorte di cibo e armi. «Questi sono tunnel sotterranei e seminterrati che neanche una bomba da 230 chili potrebbe distruggere» ha affermato il generale Carlito Galvez, capo del comando militare nella regione del Mindanao occidentale. I militanti si sarebbero preparati bene, prevedendo già un lungo assedio, e giorni prima dell'attacco avrebbero riempito moschee e scuole religiose, off-limits per gli attacchi aerei, di provviste e armi.

Domenica scorsa, un cessate il fuoco di quattro ore avrebbe dovuto dare ai civili l'opportunità di abbandonare la città, ma l'esplosione di un incendio appena un'ora dopo ha bloccato le operazioni: nel conflitto sono rimaste uccise più di 170 persone, inclusi 20 civili, mentre più di 180.000 residenti sono fuggiti dalla città e si pensa che centinaia di altri civili siano rimasti intrappolati con un'esigua quantità di scorte. Il governo sta conducendo vari attacchi aerei e ha affermato di aver «fatto progressi», ma è ben lontano dal liberare la città.

Al momento, secondo quanto riportano i giornali locali, nelle mani dei terroristi ci sarebbero diversi ostaggi, tra cui un prete cattolico Teresio Suganob, comparso in un video diffuso dai miliziani, in cui conferma di essere stato rapito insieme ad altri 200 prigionieri, tra cui molti bambini. Intanto il presidente Rodrigo Duerte ha fatto sapere che non ha alcuna intenzione di avviare un dialogo con i terroristi: «Mi è stato chiesto se avessi l'intenzione di negoziare. Vi sto dicendo ora che potete uccidere tutte le persone che avete rapito, ma io non scenderò a patti con voi. Il mio ordine è quello di sparare e di uccidervi».

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