Elezioni in Francia, Marine Le Pen: ora svolta moderata per tentare i francesi

Elezioni in Francia, Marine Le Pen: ora svolta moderata per tentare i francesi
di Mario Ajello
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Lunedì 24 Aprile 2017, 06:39

«La Francia deve tornare ad essere la Francia». Marine Le Pen questo è. Un misto di rabbia e orgoglio. Ma adesso, per provare a vincere il ballottaggio, cercherà di moderare il suo messaggio. Obiettivo: raggiungere i voti in libera uscita di Fillon. E in qualche modo anche quelli - insistendo nella sua affermazione: «Non sono né di destra né di sinistra» - che sono andati al primo turno a Mélenchon. Dunque, tra la rabbia che potrebbe allontanare i conservatori e l'orgoglio patriottico che potrebbe coagulare su di lei un consenso più vasto, Marine insisterà sul secondo dei due sentimenti.

E avanti allora con la sua idea della Francia come terra umiliata e offesa, per colpa degli arabi che «la vogliono sottomettere», dei politici che «l'hanno svenduta alla globalizzazione», della de-industrializzazione e dell'«Europa matrigna». «Il nostro Paese viene malmenato da anni - è lo spartito della Le Pen che ripeterà sempre di più - e abbiamo insegnato ai nostri figli che avevano tutte le ragioni per criticarlo. Io, invece, voglio che siano di nuovo fieri di essere francesi». Sarà ancora più di prima la Giovanna d'Arco del neo-nazionalismo, paladina di una patria «che si riappropria della sua sovranità, strappata via e ingiustamente confiscata dall'Europa».

EX DIAVOLO
Per arrivare a immaginare, e forse a far vincere, la sua concezione di una Francia non più depressa e non più sottomessa, per esempio al multiculturalismo e al terrore stragista derivante dall'islamismo radicale che finora l'ha martellata senza pietà, la Le Pen rispetto alla lezione paterna si è già dovuta moderare abbastanza, emancipandosi dal richiamo della foresta dell'ideologia fascista, e ha molto lavorato per la dédiabolisation, termine che indica la risposta all'immaginario comune che ha visto a lungo il Front National come un diavolo da contrastare con ogni mezzo. Marine ha compreso che, per oltrepassare il 15-20 per cento dei voti, cioè il nucleo della cosiddetta droite dure, della destra estrema, è necessario allargare e modernizzare il messaggio. Senza diluirlo in un brodo ecumenico. Su questa strada insisterà nel cammino verso la sfida finale con Macron.
La Francia modello Marine, se riuscirà lei a spuntarla il 7 maggio, sarà una Francia animata da una visione un po' di destra e un po' di sinistra, ma soprattutto sovranista, anti-immigrati, anti-Bruxelles, dotata del coraggio di dirsi in guerra - «Siamo in guerra contro l'islam radicale, che ci vuole distruggere, ma noi siamo pronti a combattere» - e conservatrice su temi come le nozze gay, l'aborto, la fecondazione assistita. Una buona parte dell'elettorato di Fillon su questi temi è quasi consanguineo al lepenismo. Che però, di diverso, contiene la promessa di aumentare gli stipendi e di mantenere il sistema previdenziale: e su questo gli elettori di Mélenchon possono convergere.

La Francia modello Marine vuole incarnare un modello di civiltà che contesta l'illuminismo, sempre stato spina dorsale della cultura d'Oltralpe, e il suo principio che tutti gli esseri umani hanno gli stessi diritti. Invece gli immigrati non possono pretendere di averne come gli altri, secondo colei che aspira a diventare la comandante in capo dei francesi al tempo della terza guerra mondiale.

I PUNTI DEBOLI
La società spaesata, la paura del diverso, la crescita delle diseguaglianze, l'angoscia per la crisi economica hanno trovato in Le Pen uno scudo protettivo e una nuova idea di nazione. I punti deboli di Marine, che spaventano anche i mercati, però non mancano. Lei, se sarà presidente, intende negoziare con l'Unione europea il recupero della piena sovranità monetaria (abbandonando l'euro), territoriale («Serve il ritorno delle frontiere e la fine di Schengen»), legislativa ed economica. In caso di insuccesso del negoziato, la Le Pen lancerà un referendum per l'uscita della Francia dalla Ue. Il problema è che la più recente inchiesta sull'uscita dall'euro vede il 72 per cento dei francesi contrario a questa opzione propugnata da Marine. Altro punto debole: nei comuni dove il Front National è arrivato al ballottaggio ha fatto poco e male. A dimostrazione che una cultura di governo ancora deve formarsi per questa destra che va oltre gli steccati. E che però sul terreno della sicurezza, ormai centrale nella coscienza collettiva dei francesi, ha una posizione più netta e più facilmente percepibile di quella di Macron. Vuole assumere 15.000 poliziotti Marine, creare 40.000 posti in più nelle carceri, espellere tutti i sospetti per terrorismo, fissare un tetto di 10mila ingressi per gli immigrati, introdurre una tassa sull'assunzione di lavoratori stranieri. «Se sarò presidente - parola di Giovanna d'Arco nouvelle vague - la Francia sarà di nuovo Francia». Ma fuori dall'Europa, nel caso, per questa neo-Francia sarà tutto estremamente complicato.
 
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