Egyptair, un assordante silenzio e i sospetti

di Alessandro Orsini
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Sabato 21 Maggio 2016, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 00:08
Le rivendicazioni delle organizzazioni terroristiche possono essere tardive per ragioni strategiche. I casi principali sono quattro. Il primo caso può verificarsi quando l’azione terroristica non prevede il suicidio di tutti i militanti ed esiste il problema della fuga dei superstiti. La rivendicazione immediata consentirebbe alla polizia di restringere subito il campo delle ricerche, rendendo più facile la cattura degli autori della strage. In questo caso, la rivendicazione tardiva aiuta i terroristi a nascondersi o a spostarsi in un altro luogo per condurre un secondo attentato.

La strage contro la maratona di Boston avvenne il 15 aprile 2013, ma la polizia riuscì a scoprire l'identità dei due fratelli Tsarnaev soltanto quattro giorni dopo, quando Tamerlan uccise il poliziotto Sean Collier, mentre era di guardia al Mit. I due jihadisti avevano pianificato di recarsi a New York per realizzare una seconda strage e si guardarono bene dal diffondere un messaggio di rivendicazione che avrebbe messo la polizia sulle loro tracce. Il secondo caso di rivendicazione tardiva può verificarsi in presenza dei cosiddetti attentati “dubbi”.
 
Ovvero quelle stragi che potrebbero avere cause diverse dal terrorismo, come un aereo che precipiti improvvisamente. Il ritardo nella rivendicazione è utilizzato per delegittimare i governi aggrediti. Quando i capi di Stato, pieni di cautela, affermano di non sapere se l'aereo è precipitato a causa di una bomba o di un guasto tecnico, i terroristi ottengono il loro risultato che è quello di dimostrare, attraverso il mezzo televisivo, che i governi nemici non sono in grado di controllare il proprio territorio. Il messaggio profondo che i terroristi inviano alla popolazione, per bocca dei loro stessi governanti, è che il governo centrale non è in grado di svolgere la prima e più importante funzione di ogni governo, che non è la crescita della ricchezza, bensì la protezione della vita dei propri cittadini. Maggiore è il numero di giorni in cui i capi di Stato si presentano davanti alle telecamere senza risposte, maggiore è il successo della strategia dei terroristi. Un'ascoltatrice della trasmissione radiofonica “Zapping” ha chiesto, in diretta, come sia possibile che il governo francese non riesca a controllare ciò che accade nell'aeroporto Charles De Gaulle: «Sono esterrefatta! È inverosimile! Non riesco a capacitarmi di questa cosa!».

Il terzo caso di rivendicazione tardiva può verificarsi in presenza degli attentati “certi”. Talvolta, i governi hanno la certezza assoluta di avere subito un attentato terroristico, ma non riescono ad attribuire la responsabilità a un'organizzazione precisa. Siccome la scoperta del nome dell'organizzazione consente di identificare gli ambienti da cui proviene il pericolo, la ricerca della sigla, quando si protrae per molti giorni, indebolisce l'immagine del governo e accresce le paure tra i cittadini. L'attentato contro le Torri Gemelle avvenne l’11 settembre 2001, ma fu rivendicato da Bin Laden a fine ottobre, quasi due mesi dopo.

La rivendicazione tardiva degli attentati certi ha un significato che può essere compreso bene se abbiamo presente la frustrazione, e il senso di impotenza, che produce il cosiddetto “schiaffo del soldato” ovvero quel gioco di gruppo in cui un ragazzo viene schiaffeggiato sulla nuca da un coetaneo che agisce alle sue spalle, in mezzo ad altri ragazzi. Colui che viene colpito sa di avere ricevuto uno schiaffo, e si gira di scatto, ma non potrà interrompere gli attacchi fino a quando non avrà dato un nome al suo aggressore.

Esiste un quarto caso di rivendicazione tardiva che può verificarsi nel caso degli attentati dei cosiddetti “lupi solitari”. In alcuni casi, questo tipo particolare di terrorista non rivendica la sua azione perché non ha gli strumenti culturali per concepire una rivendicazione, o perché non ha i mezzi per diffonderla, oppure perché, essendo solo, ha paura di essere scoperto dalla polizia, in base al principio che, più mosse fa un terrorista, maggiori sono le tracce che lascia dietro di sé. In altri casi, il lupo solitario si accontenta di avere colpito le persone oggetto del suo odio e non gli occorre altro.

L'unico modo che abbiamo per fronteggiare questa terribile strategia dell'Isis, che consiste nell'uso di lavoratori aeroportuali per caricare lattine esplosive nelle stive degli aerei, è quella di imporre a tutti i dipendenti degli aeroporti, nessuno escluso, di sottoporsi a procedure più rigide di quelle previste per i passeggeri comuni. Una simile strategia anti-terroristica imporrebbe di costruire delle corsie apposite, imponendo alcuni lavori di ristrutturazione all'interno degli aeroporti. Li bloccheremo in questo modo.
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