La dottoressa Chan, 66 anni, nata a Hong Kong, studi negli Stati Uniti, in carica dal 2007, ha descritto l'epidemia di Ebola come «la più vasta, la più grave e la più complessa (di febbre emorragica, ndr) che abbiamo mai visto». Il virus, nei Paesi più colpiti, non sembra perdere virulenza. Circa il 40 per cento dei decessi, in Liberia, Guinea e Sierra Leone, sono avvenuti nel mese di agosto. «Ma la causa - secondo gli infettivologi - non è tanto una rinnovata forza della malattia, bensì il fatto che il sistema sanitario nelle aree colpite è totalmente crollato: non ci sono guanti sterili, mancano le mascherine, sono finiti i grembiuli usa e getta, i copriscarpe sono un miraggio e così il contagio si espande senza barriere».
Ieri la Nigeria ha segnalato due casi a Port Harcourt. Secondo l'Oms il virus, essendoci di mezzo una città portuale, potrebbe estendersi molto più rapidamente rispetto a quanto accaduto nelle scorse settiamane nella capitale Lagos. Dall'Inghilterra arriva la conferma che molto, nella progressione e nell'esito della malattia, dipende dall'assistenza ricevuta dai pazienti pur in assenza di una cura specifica. Un cittadino britannico colpito da Ebola - era stato trasferito in Gran Bretagna - è guarito ed è stato dimesso dall'ospedale.
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