Nigeria, 5 donne kamikaze si fanno esplodere in un mercato: 13 morti e 28 feriti

Nigeria, 5 donne kamikaze si fanno esplodere in un mercato: 13 morti e 28 feriti
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Mercoledì 27 Gennaio 2016, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 13:28
Ancora una strage in Nigeria, ancora una volta organizzata, con tutta probabilità dai fondamentalisti islamici Boko Haram, sia per la dinamica sia per gli autori. Almeno 10 persone, tra cui un militare, hanno perso la vita e altre 32 sono rimaste ferite dopo che cinque donne kamikaze si sono fatte saltare in aria in maniera simultanea oggi in un mercato di Chibok, la città dove nell'aprile del 2014 i jihadisti legati all'Isis rapirono 300 studentesse. A raccontare del terribile bagno di sangue sono stati alcuni testimoni che hanno richiesto l'anonimato per paura di rappresaglie. Secondo tali fonti le kamikaze avrebbero causato almeno due grandi esplosioni.

La prima sarebbe avvenuta all'entrata del mercato della cittadina dopo che i militari erano intenti a perquisire una giovane donna coperta con l'hijab in quello che secondo i locali si sarebbe trattato di un controllo di routine. Senza colpo ferire l'attentatrice è entrata in azione, e si è fatta saltare in aria. Negli stessi minuti altre tre donne, oramai dentro il perimetro del mercato, compivano il gesto estremo, causando a quel punto il maggior numero di vittime. Un'altra esplosione si sarebbe verificata poi ad un checkpoint militare all'entrata di Chibok. La città, sotto shock, è tristemente famosa per il ratto delle studentesse, avvenuto circa due anni fa.
Un episodio di una gravità tale da avere una risonanza a livello internazionale e che diede il via alla campagna di solidarietà chiamata 'Bring back our girls' ('Ridateci indietro le nostre ragazzè). Nei mesi successivi al rapimento decine di ragazze riuscirono a sottrarsi al giogo dei fondamentalisti, riuscendo a scappare, ma la sorte di molte di loro resta ancora avvolta nel mistero. Poi lo scorso ottobre l'esercito nigeriano è riuscito a segnare un punto a suo vantaggio nella sfibrante lotta ai jihadisti liberando 338 ostaggi, quasi tutti donne e bambine, nel corso di un raid contro alcuni campi degli estremisti nella loro enclave nel nord-est della Nigeria. In quella occasione il governo non precisò però se tra gli ostaggi liberati ci fossero le studentesse di Chibok. Intanto Human Rights Watch ha accusato il governo nigeriano di violare i diritti umani e di ignorare le violazioni commesse dai militari proprio nella loro battaglia contro i Boko Haram. L'organizzazione ha aggiunto che il presidente Muhammadu Buhari non sarebbe intervenuto come invece aveva promesso in campagna elettorale per avviare indagini sul ruolo dei militari e in particolare sospettati di avere commesso omicidi e arresti illegali di persone legate proprio ai Boko Haram.
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