La coppia è separata legalmente dal gennaio 2007 ma ha dovuto attendere per la sentenza di divorzio il 2013. In questo arco di tempo, però, i due hanno continuato a convivere e la donna ha rinunciato al proprio lavoro per dedicarsi alla casa. Il tribunale, perciò, ha tirato le somme calcolando che, in quegli anni, l’uomo ha risparmiato una certa somma per «il servizio domestico retribuito cui poi ha dovuto ricorrere dopo. Il lavoro per la casa è una forma di contributo alle spese familiari e rappresenta un titolo per ottenere una compensazione» al momento della separazione. Sono le parole della corte che riporta 20 minutos. Si tratta di responsabilità, spiega ancora la corte che per stabilire il risarcimento ha preso in considerazione il salario minimo ridotto, però, del 50% dal momento che del lavoro svolto in casa beneficiava, ovviamente, anche la stessa donna.
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