Viaggio a Roma di Merkel e Juncker. Crescita e rimpatri, pressing italiano

Viaggio a Roma di Merkel e Juncker. Crescita e rimpatri, pressing italiano
di Marco Conti
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Mercoledì 4 Maggio 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 00:10
«Rilanceremo con forza le proposte italiane su immigrazione e crescita». Invece di spostarsi a destra sposando slogan o suggestioni populiste, come intenderebbe - a detta del Bild - fare la Merkel a casa propria dove è alle prese con il partito xenofobo ”Alternativa per la Germania”, Matteo Renzi gioca la sua partita tutta nel campo dell’Europa sulla quale scommette ma «deve cambiare radicalmente la politica economica e la strategia con l’Africa». 

GLI INCONTRI
Una battaglia lunga e non facile che passa anche per gli incontri che ci saranno domani e dopodomani a Roma con tanto di dibattito sullo stato dell’Unione che si terrà in Campidoglio nella sala degli Orazi e Curiazi. La stessa che vide nel 1957 la firma del Trattato di Roma. Ospiti e protagonisti della due giorni romana la cancelliera Merkel, il presidente dell’esecutivo Ue Jean Claude Juncker, il presidente del consiglio europeo Donald Tusk e il presidente dell’Europarlamento Martin Schultz. Una fitta agenda di incontri di Renzi con i leader delle istituzioni europee è stata messa in piedi da palazzo Chigi proprio per ribadire la centralità dell’Italia che, da paese fondatore, si muove in maniera propositiva. Roma di nuovo capitale dell’Unione Europea anche in vista dell’anniversario del Trattato che il premier intende celebrare il prossimo anno, sempre al Campidoglio, proponendo un modello di governance dell’Europa in grado di riprendere i sogni dei padri fondatori.
 
”Proposta strategica per il futuro dell’Unione europea” e ”Migration compact” sono i due documenti presentati dall’Italia che, ridisegnando la governance dell’Europa, puntano a drenare le spinte nazionaliste e a risolvere la crescente mancanza di fiducia tra partner. Ne sa qualcosa Carlo Calenda, che guida la rappresentanza italiana a Bruxelles e che sta lavorando a stretto contatto con la Commissione Juncker affinchè si arrivi al Consiglio Europeo di giugno con una serie di proposte su migranti, Schengen, revisione di Dublino. Proprio su quest’ultimo punto oggi la Commissione dovrebbe rendere nota la proposta che punterebbe ad una penalizzazione di carattere economico per i paesi che si rifiutano di rispettare le quote di accoglienza dei rifugiati.

RISORSE
L’Italia, che vive problemi legati non tanto ai rifugiati quanto ai migranti-economici, punta invece ad accelerare i meccanismi di rimpatrio reperendo risorse dal bilancio comunitario. Tutto ciò appartiene però al breve periodo e non risolve «il rischio» di una vera e propria implosione del progetto europeo, come ha ricordato ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Chiusura delle frontiere e crescente voglia di referendum secessionisti sul modello della Brexit, sono infatti per Renzi spie rosse di un malessere che viene alimentato dalla crisi economica e dal dilagare della disoccupazione giovanile con una «generazione perduta», come sostenuto dal governatore della Bce Mario Draghi, che spinge in alto le percentuali della Le Pen in Francia, del M5S in Italia, di Alternative für Deutschland e dei tanti partiti anti-europeisti presenti nei ventotto paesi.
Domani sarà quindi anche l’occasione per rimettere sul tavolo il pacchetto di proposte italiane che a febbraio il ministro Padoan portò a Bruxelles per rilanciare la crescita economica.

GRADO
A cominciare dalla revisione del fiscal compact e del patto di stabilità in modo da renderlo «più semplice ed efficiente», come ha spiegato ieri il commissario europeo per gli affari economici Pierre Moscovici. I tempi per mettere in piedi una strategia economica in grado di sostenere quella monetaria non saranno però brevi anche perchè le resistenze sono fortissime specie a Berlino. Resta il fatto che, come ricordato di recente dal Fmi, il rischio per la tenuta dell’Unione è ancora alto, ma alternative al confronto tra i Ventotto non ce ne sono. A meno che non si voglia riportare indietro le lancette dell’orologio di 70-80 anni.
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