Già la notte scorsa, dopo gli ennesimi colpi di mortaio, l'aviazione israeliana ha colpito «4 postazioni del terrore» nel nord della Striscia. Poi, a metà della giornata di ieri, si sono intensificati i colpi di mortaio e anche un razzo è caduto sul valico di Sufah nel sud della Striscia. Subito dopo è partita la reazione di Tel Aviv con l'attacco a postazioni ad est della città di Rafah e in quest'ultimo episodio fonti palestinesi hanno annunciato la morte di una donna e anche alcuni feriti. Hamas - tramite uno dei suoi esponenti, Khalil al Haia - ha accusato Israele di essere responsabile dell'escalation: stesse parole usate dal portavoce dell'organizzazione Moussa Abu Marzouk che dal Cairo ha imputato quanto accaduto ai confini est della Striscia «a un tentativo di Israele di mettere in atto fatti compiuti sul terreno per 150 metri oltre la barriera di confine. Israele ha ribadito che sin dal 3 maggio scorso «Hamas ha ripetutamente sparato e lanciato colpi di mortaio e razzi contro i soldati israeliani impegnati in attività operative di difesa nel'adiacenze della barriera di sicurezza con la Striscia». Il problema resta dunque quello dei tunnel: un nodo che rischia di far avvitare la situazione al di là delle volontà delle parti.
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