Cina, segregata per sei anni dai genitori: salvata da una foto pubblicata on line

Cina, segregata per sei anni dai genitori: salvata da una foto pubblicata on line
di Federica Macagnone
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Mercoledì 25 Febbraio 2015, 16:07 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 17:01

È rimasta segregata per sei anni, da quando ne aveva 18, in una casa fatiscente tra rifiuti ed escrementi e trattata come un animale. La sua colpa era quella di amare un ragazzo che alla sua famiglia non piaceva: i genitori l'hanno quindi costretta a lasciare il fidanzato, ma, visto che lei non si dava per vinta e più volte aveva tentato di fuggire da casa, hanno raccontato a tutto il villaggio che la figlia era malata di mente e che dovevano rinchiuderla "per il suo bene". E quindi, sempre "per il suo bene", l'hanno imprigionata in quell'edificio in rovina peggiore di un lager facendola vivere come una bestia.

A Jingang, nella provincia di Hubei, in Cina, tutti sapevano in che condizioni era stata ridotta Zhang Qi, che oggi ha 24 anni, ma nessuno parlava per timore di possibili vendette da parte dei genitori della ragazza che nel villaggio sono persone potenti. Quando il muro dell'omertà sembrava averla sepolta già da viva, Zhang Qi è stata salvata dall'unica persona che ha avuto il coraggio di rompere il muro del silenzio raggiungendola di nascosto, scattandole delle foto e postandole sui social network: Chow Jen, 50 anni, ha fatto tutto questo restituendola alla vita e facendo subito scattare un'indagine sulla vicenda da parte della polizia.

«I suoi genitori sono persone potenti qui, e tutti mi dicevano di non interferire, anche se tutti sapevano - ha detto Chow Jen - Io non vivevo più qui e ho avuto modo solo occasionalmente di tornare, ma ogni volta che sono venuto per il Capodanno cinese sono andato a dare di nascosto un'occhiata alla ragazza, senza curarmi più di tanto delle minacce della famiglia. Durante l'ultima visita, però, quando ho visto in che condizioni era, sdraiata su un mucchio di paglia, con un paio di coperte e del cibo intorno a lei, ho deciso che la situazione era arrivata al capolinea e che era ora di dire basta. Ho scattato alcune foto e oggi sono felice di averle pubblicate on-line, dopo che le autorità locali si erano rifiutate di fare qualcosa per lei. Ora la polizia si è mossa, ma senza quelle foto su internet non lo avrebbe fatto. Io non so se la ragazza abbia problemi mentali o no. Che cosa dicono di lei non mi interessa: non doveva essere trattata come un animale dai suoi genitori, né da nessun altro».

L'inchiesta della polizia è stata avviata, ma finora non c'è stato alcun commento ufficiale sulla vicenda e sullo stato attuale della ragazza. Va registrato, però, che molte copie delle foto sono state rimosse da Internet dalla censura cinese senza specificarne la ragione.