Cina, Xi apre la nuova era: «Più spazio agli investitori esteri»

Cina, Xi apre la nuova era: «Più spazio agli investitori esteri»
di Lucia Pozzi
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Giovedì 19 Ottobre 2017, 18:11 - Ultimo aggiornamento: 19:48
È partita la «nuova era» della Cina di Xi Jinping, che punta a un'economia «moderatamente prospera» e alla realizzazione di «un grande, moderno Paese socialista» entro il 2050.

IL DISCORSO
Il cronometro del futuro è scattato ieri, quando alle 9 del mattino, in una Pechino piovosa, l'uomo che l'Economist ha appena definito in copertina come «il più potente del mondo», ha aperto il diciannovesimo Congresso del Pcc. Tre ore abbondanti di discorso nella Grande Sala del Popolo, davanti ai 2280 delegati provenienti da tutte le province cinesi, per tracciare le linee guida dei prossimi 5 anni.

«Le prospettive sono luminose, ma le sfide sono impegnative», ha detto Xi. «Non sarà una passeggiata nel parco», ma è certo che l'accelerazione è forte e determinata per aprire il Paese a una nuova era del «socialismo con caratteristiche cinesi».

Fu Mao il primo a sostenere la «sinizzazione del marxismo», ovvero la riformulazione delle teorie di Marx nell'idioma cinese e, dopo di lui, Deng Xiaoping, con il suo invito a «ricercare la verità a partire dai fatti». Xi (la cui teoria politica dovrebbe essere inserita nella Costituzione del Pcc da questo Congresso, proprio come fu per il Grande Timoniere e Deng) ha giocato ieri le sue carte migliori per realizzare quel «Sogno cinese» che con sempre maggiore forza si contrappone all'«America First» di Trump.

CRESCITA E INNOVAZIONE
«Porte aperte al mondo» e maggiori garanzie per gli investitori stranieri, lotta alla povertà e alla corruzione (oltre 1 milione e 400 mila funzionari, «mele marce» le ha definite Xi, sono stati sanzionati), innovazione a tutti i livelli per consentire una «qualità della crescita» che porti «le industrie cinesi a un livello medio-alto della catena di valore globale». Ma il quadro è chiaro anche su altri versanti, come quello dei principi che regolano le democrazie (guai a «rincorrere sistemi politici diversi da quello in essere nella Repubblica Popolare Cinese»), i movimenti indipendentisti di Taiwan e Hong Kong (che «incontreranno la risoluta opposizione del popolo cinese») e lo sviluppo militare («l'obiettivo è la modernizzazione delle Forze Armate entro il 2035»).

L'OVAZIONE
Applausi ripetuti, infine un'ovazione per l'uomo forte alla guida della Cina moderna, che sta entrando nel secondo mandato presidenziale ed è prevedibile che farà di tutto per confermare il suo potere anche oltre la scadenza del 2022, quando a 69 anni dovrebbe lasciare: in assenza di candidature credibili, dopo la caduta di Sun Zhengcai, uomo di spicco della sesta generazione di leader travolto da un'accusa di corruzione, sono in molti a chiedersi se Xi lo voglia davvero un delfino. In questo Congresso, poi, i due terzi del Politburo del Pcc saranno rinnovati (dovrebbero essere rimpiazzati 5 dei 7 membri del Comitato Permanente e 11 dei 18 supplenti). E Xi ne uscirà molto rafforzato, in un gioco di poltrone e potere che guarda a lui come al suo regista supremo.