Minacce di morte: nel mirino dell'Isis Zineb El Rhazoui, la giornalista scampata alla strage di Charlie Hebdoo

Zineb El Rhazoui, la collaboratrice di Charlie Hebdo che Isis ha preso di mira
di Giulia Aubry
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Giovedì 19 Febbraio 2015, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 17:17
Un nuovo annuncio di morte corre sul web e sui social media che, direttamente o indirettamente, fanno riferimento allo Stato Islamico. A essere “sotto attacco” con l’hashtag (tradotto qui dall’arabo) #BisognaUccidereZinebElRhazouiPerVendicareIlProfeta è la giovane giornalista franco-marocchina e attivista dei diritti umani Zineb El Rhazoui, collaboratrice della rivista Charlie Hebdo e scampata all’attentato dello scorso gennaio perché in vacanza in Marocco.



In poche ore migliaia di tweet e re-tweet con il terribile hashtag hanno fatto la loro comparsa sul web 2.0, accompagnati da mani che impugnano coltelli, foto di Jihadi John che brandisce il suo prima di uno sgozzamento, immagini dei fratelli Kouachi e di Koulibali. Sociologa delle religioni, di religione islamica - come il suo collega franco-algerino e correttore di bozze Mustapha Ourrad, rimasto invece ucciso nella strage di Parigi – Zineb ha collaborato attivamente al cosiddetto “numero dei sopravvissuti” di Charlie Hebdo, pubblicato in una tiratura record il mercoledì successivo, con una delle sue puntuali analisi. Come i suoi colleghi ha subito le conseguenze, emotive e materiali, del terribile attentato ed era già sotto protezione da parte della polizia francese.



La campagna e l’aggressione mediatica di queste ore erano però inattese. È la prima volta, infatti, che lo Stato Islamico mette così duramente sotto attacco una donna e, per giunta, di origine musulmana. Un cambio di direzione persino rispetto all’atteggiamento emerso nel corso delle sanguinose operazioni di Parigi, ma in linea con quello che lo Stato Islamico sta diffondendo, a livello di propaganda e discorso politico, negli ultimi giorni. A partire dalla rivista patinata in lingua inglese Dabiq che, nell’ultimo numero, mostra in copertina due musulmani francesi con il cartello “Je suis Charlie”, condannandone l’apostasia e il tradimento e dichiarando ufficialmente finita la zona grigia in ambito religioso. Di fatto, in linea anche con l’orrore della barbara uccisione del pilota giordano, i musulmani – secondo quanto fatto capire dai comunicatori di Isis - o si schierano con lo Stato Islamico o sono considerati irrimediabilmente infedeli e nemici a tutti gli effetti.



Zineb El Rhazoui ha immediatamente chiuso il suo profilo facebook, da cui alcuni presunti militanti dello Stato Islamico avevano estrapolato la cartina dei luoghi da cui si è loggata quest’anno, tracciando così una vera e propria mappatura dei suoi spostamenti. Le numerose recenti visite nella sua terra natale, il Marocco, hanno spinto un militante su twitter ad appellarsi ai “fratelli marocchini”: “Dove sono i lupi solitari del Marocco? Dove sono gli stranieri assetati di sangue e pronti al massacro?”. In alcuni tweet è apparsa anche la foto del compagno e della sorella di Zineb, a rendere ancora più diretta e personale la minaccia.



Un attacco personale terribile alla donna che, solo qualche giorno fa, aveva dichiarato che l’Islam deve trovare il suo posto in una società secolarizzata e scoprire un po’ di senso dell’umorismo.