Gb, 17enne perseguitato per anni dai bulli si uccide,la lettera straziante della madre

Gb, 17enne perseguitato per anni dai bulli si uccide,la lettera straziante della madre
di Federica Macagnone
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Giovedì 6 Ottobre 2016, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 14:12

Non gli era permesso divertirsi con quel videogioco. La famiglia riteneva che un bimbo di 10 anni non dovesse passare i suoi pomeriggi incollato alla tv a superare livelli di un videogame vietato ai minori di 18 anni per la sua violenza. Una scelta assennata che per Felix Alexander di Worcester, in Gran Bretagna, si era però trasformata in un inferno. Aveva 10 anni quando è cominciato tutto e ancora quando ne aveva 17 i bulli non avevano mai smesso di insultarlo e prenderlo in giro proprio perché non aveva quel videogioco. Una situazione insostenibile che per il ragazzo aveva solo una vita di uscita: uccidersi. Da quel 27 aprile sono trascorsi mesi, ma la sua famiglia non si è mai rassegnata all'idea di aver perso il proprio ragazzo a causa dei bulli. Una storia che somiglia a tante altre, una ferita che sanguina nel cuore di tante famiglie: per questo motivo Lucy, 51 anni, la mamma di Felix, ha deciso di scrivere una lettera per raccontare cosa è successo e per sensibilizzare l'opinione pubblica affinché altri ragazzi non debbano affrontare lo stesso tormento.
 

 


Il calvario di Felix è iniziato quando aveva solo 10 anni: i genitori non gli avevano comprato il videogioco “Call of Duty: Modern Warfare 2” e i compagni della King's School avevano iniziato a prenderlo in giro. Lo chiamavano “femminuccia” perché non gli era permesso giocare e, con il tempo, lo avevano isolato. Gli unici momenti in cui gli veniva rivolta la parola era per insultarlo, schernirlo, deriderlo. Gli anni passavano, Felix venne trasferito alla Pershore High School, ma la situazione non cambiò. Anzi. Con l'avvento dei social network, la situazione sembrava aver preso una piega devastante: tutto era iniziato su Ask.fm, poi i bulli si erano spostati ovunque. Erano a scuola ed erano sul suo computer. A nulla valse il tentativo dei genitori di allontanarlo dai social: Felix continuò a essere perseguitato. Fino allo scorso 27 aprile quando, in preda alla disperazione, ha detto ai suoi che sarebbe andato a scuola: in realtà si è diretto alla stazione e si è lanciato sotto un treno. Uno strazio per la famiglia che, adesso, ha deciso di pubblicare una lettera affinché non ci siano più ragazzi come Felix, impotenti di fronte alla cattiveria dei bulli.

«Scrivo questa lettera perché ci sono tanti altri bambini come Felix che stanno lottando - ha scritto Lucy - La sua autostima era stata erosa, nel corso di un lungo periodo, dal comportamento dei bulli. È iniziato con la cattiveria e l'isolamento e poi, con l'avvento dei social, è diventato tutto crudele e opprimente. Persone che non avevano nemmeno mai incontrato Felix lo insultavano. Voglio cercare di far vedere ai bulli quali possono essere le conseguenze sulle persone. Mi rivolgo, inoltre, agli insegnanti che devono essere consapevoli dei pericoli del bullismo ed essere disponibili ad ascoltare. Faccio un appello ai genitori: non ci piace pensare che i nostri figli possano essere responsabili di gesti tanto crudeli, ma sono stati dei “bravi” ragazzi a provocare questo stato di angoscia in Felix. Lui non riusciva più a essere felice. Pensavamo che stesse uscendo dal tunnel, ma lui non riusciva a vedere la luce in fondo. Charlotte e Ben sono devastati dalla perdita del loro fratellino. È stato orrendo perdere un figlio in questo modo».

Adesso la famiglia è impegnata in una raccolta fondi per l'ente Place2Be, che offre consulenza psicologica alle giovani vittime di bullismo. «Voglio sensibilizzare l'opinione pubblica - ha concluso Lucy - Abbiamo una responsabilità collettiva e non possiamo permetterci di perdere altre giovani vite».

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