Bruxelles salva il Portogallo: sì con riserva al bilancio 2016

Pierre Moscovici
di Francesca Pierantozzi
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Sabato 6 Febbraio 2016, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 21:50
La Commissione alla fine ha salvato il Portogallo: niente bocciatura ma il verdetto finale è rimandato a maggio. Il bilancio 2016, che a gennaio era stato scartato perché «chiaramente in violazione» delle regole Ue, passa ma con riserva: dopo le correzioni «è in linea con il patto di stabilità» ma «resta a rischio di non conformità», per cui si rinvia a esami di riparazione in primavera.

LE MISURE
Bruxelles aveva convocato una riunione d'urgenza per evitare di rispedire a Lisbona un bilancio tutto da rifare, che avrebbe provocato l'immediato ennesimo taglio delle agenzie di rating con tutte le nefaste conseguenze su accesso ai mercati e al Quantitative easing della Bce. Il premier Antonio Costa (e anche la Commissione) hanno però evitato il peggio. Il governo portoghese ha tirato fuori un ulteriore pacchetto di misure grazie al quale «il deficit strutturale resta sotto lo 0,5 per cento, tra lo 0,1 e lo 0,2». Misure che non sono state imposte dalla Commissione europea ma che sono frutto dell'immaginazione del Premier, che è riuscito a recuperare punti con l'aumento delle tasse su auto, alcolici, tabacco, carburanti e anche sulle banche. I fondi immobiliari perdono un antico privilegio fiscale da sempre nel mirino dei comunisti.
 
Unica concessione dolorosa: la riduzione delle assunzioni nel settore sanitario. Rispetto alla bozza di finanziaria anti-austerity presentata lo scorso 22 gennaio Lisbona ha dovuto aggiungere una serie di provvedimenti per quasi un miliardo in più. «Un dialogo costruttivo, senza dover rimandare indietro la bozza di bilancio e doverne chiedere una nuova, ha portato all'adozione di misure ulteriori del valore complessivo di 845 milioni di euro, che salvaguarderà la stabilità delle finanze pubbliche del Portogallo» ha spiegato il commissario all'Economia Pierre Moscovici. Che ha assicurato: «Non è una decisione politica, ma oggettiva» in quanto «la Commissione non guarda l'orientamento politico di un governo ma le regole, e questo è il messaggio che rivolge a tutto a prescindere dal colore del governo». Anche se per ora la bocciatura è scongiurata, Moscovici ha messo in guardia: i rischi sono ridotti ma non eliminati.

Antonio Costa può però vantare, raro tra i colleghi europei, un bilancio centrato sul rilancio della domanda interna e perfino qualche misura per contrastare l'austerità. Ha soppresso il supplemento d'imposta che colpiva in particolare i redditi medio-bassi, annullato le riduzioni degli stipendi della funzione pubblica e diminuito l'aliquota Iva sulla ristorazione.

Per superare gli esami di riparazione, Costa dovrà adesso trovare altri 1,1 miliardi. E non ci saranno sconti. Ieri ha potuto ascoltare di persona quali sono le idee della cancelliera tedesca Angela Merkel, cui ha reso visita a Berlino. L'Europa «deve aumentare la sua competitività» ha ripetuto Merkel, «il patto di stabilità contiene criteri di flessibilità e direttive chiare».

Tuttavia anche la Germania fa fatica a restare nelle regole, pur se non per problemi di deficit, ma per l'eccesso di surplus della bilancia commerciale: nel 2016 è previsto un attivo dell'8,6 per cento sul Pil (era dell'8,3 nel 2015), ampiamente sopra la soglia massima del 6 per cento stabilita dai trattati Ue. Una decisione se mettere Berlino sotto sorveglianza sarà presa a fine mese.

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