Bruxelles, il racconto choc di un tassista: «Corpi e sangue ovunque»

Un'immagine dell'attentato al'aeroporto di Bruxelles
di Giulia Aubry
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Martedì 22 Marzo 2016, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 12:45
Philippe Lenaerts è un tassista belga. Uno di quelli che ogni giorno percorre la tratta che separa i vari quartieri di Bruxelles dall'aeroporto. E anche stamattina, intorno alle 8.00, si trovava lì. A pochi metri dall'ingresso del terminal dove le due bombe sono esplose.

«Ho sentito una prima esplosione e ho pensato che una delle gru del vicino cantiere fosse caduta. Ma dopo pochi minuti, ne ho sentita un'altra che proveniva dal settore delle partenze all'interno dell'aeroporto», così Philippe, uno dei primi testimoni a parlare di quanto accaduto stamane, racconta a DH.be, uno dei più importanti siti di informazione e quotidiani del Belgio.
A quel punto Philippe, che si trovava lì con un collega, decide di entrare nel terminal e quello che vede è terribile: «Tutto era saltato in aria. C'era una pozza di sangue con feriti. Un corpo smembrato» racconta scioccato al giornalista che ha raccolto la sua testimonianza. «Tutti correvano in preda al panico cercando di uscire dall'aeroporto».

Ancora sotto choc per quanto ha visto, Philippe non nasconde le sue critiche nei confronti del Governo belga e delle forze di sicurezza presenti sul posto: «I soccorsi hanno impiegato troppo tempo per arrivare. Non è possibile che le persone siano state lasciate in questo stato di abbandono: non un poliziotto, non un paramedico per moltissimi minuti. Eppure il livello di allerta nel nostro paese è da più di quattro mesi almeno al livello 3». Per lo sconsolato tassista si è trattato della «solita organizzazione alla belga ...», un'immagine che stride moltissimo con quella che, pure tra mille minacce e difficoltà, era sembrata affermarsi (e funzionare) sino a oggi.

Zach Munzum è un cittadino belga. Era appena arrivato all'aeroporto a bordo di un aereo proveniente da Ginevra. Quando le bombe sono esplose era ancora all'interno del Terminal. Ha lasciato l'aeroporto di corsa, sulle proprie gambe. «Ho sentito una prima piccola esplosione e poi una seconda molto più potente» ha raccontato al giornalista de La Derniere Heure giunto sul posto. «I soffitti sono crollati, i tubi sono esplosi tutto intorno a noi. Sono corso in una toilette per proteggermi e mi sono nascosto dietro il water. Sono uscito solo un quarto d'ora dopo quando la situazione mi è sembrata calmarsi. Il sangue era ovunque. Ma non ho visto i corpi o le persone che lo avevano perduto». «E' un disastro. - ha ripetuto più volte al giornalista -  Un disastro. Atroce. Sono vivo. Per fortuna. Ma qualcun altro, qualche metro più in là rispetto a lui, non può dire la stessa cosa.
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