Brexit, l'ambasciatore britannico nell'Ue si dimette a sorpresa

Brexit, l'ambasciatore britannico nell'Ue si dimette a sorpresa
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Martedì 3 Gennaio 2017, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 21:33
Un nuovo ostacolo per la premier Theresa May lungo la difficile strada della Brexit. A sorpresa e a pochi mesi dall'avvio dei negoziati con l'Ue si è dimesso l'ambasciatore britannico a Bruxelles, Ivan Rogers, che avrebbe dovuto ricoprire un ruolo cruciale nelle trattative. Secondo il Financial Times, la ragione di questa uscita di scena è da ricercare nei recenti attriti col governo di Londra, in particolare coi "falchi" nell'esecutivo conservatore che sono favorevoli ad un taglio netto con l'Unione europea. Tra questi e Sir Rogers negli ultimi tempi la tensione sarebbe salita fino ad esplodere con la diffusione, lo scorso dicembre da parte della Bbc, di una conversazione segreta tra il diplomatico e la premier nella quale egli insinuava che ci sarebbero voluti 10 anni per negoziare un accordo commerciale tra Londra e Bruxelles compatibile col divorzio dall'Ue. Fuga di notizie che ha scatenato la stampa pro-Brexit e provocato una serie di attacchi contro Rogers.

L'ambasciatore, che ha sminuito l'importanza del suo gesto parlando di una semplice anticipazione rispetto alla fine dell'incarico prevista a novembre, era stato il consigliere dell'ex premier tory David Cameron durante i negoziati con Bruxelles prima del referendum sulla Brexit e sembrava aver instaurato un buon rapporto anche con May, ma non col suo team. Dal Foreign Office è arrivato un comunicato in cui si annunciano le dimissioni, sottolineando che il diplomatico avrebbe dovuto lasciare comunque il suo posto entro la fine dell'anno e che «ha preso la sua decisione ora per rendere possibile la nomina del suo successore» prima dell'attivazione dell'articolo 50 entro la fine di marzo, che avvierà l'iter di uscita del Paese dall'Unione. Gli ambienti euroscettici hanno accolto con un certo entusiasmo la notizia. L'ex leader dell'Ukip Nigel Farage ha affermato che ora serve un «vero brexiteer», un fautore della Brexit, al suo posto.

Non solo, per l'eurodeputato anche altri diplomatici di Londra nel mondo dovranno dimettersi perché rappresentanti di un vecchio establishment.
Per Farage è improbabile, come qualcuno dei suoi ha proposto, che possa diventare lui il nuovo ambasciatore britannico a Bruxelles: «Ci sarebbe da divertirsi. Ma non accadrà mai». Delusione e preoccupazione, invece, è stata espressa dalle altre forze politiche. Secondo il presidente della commissione per la Brexit della Camera dei Comuni, il laburista Hilary Benn, le dimissioni «non sono una buona cosa» e ora il governo potrebbe trovarsi in difficoltà nel rispettare la sua tabella di marcia. Mentre per l'ex leader dei Libdem, Nick Clegg, la sua uscita di scena è un clamoroso «autogol» degli euroscettici nell'esecutivo che non potranno contare sulla grande esperienza di Rogers nei negoziati con l'Ue.
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