Bradley Manning, ok del giudice: ora la talpa di assange si chiama Chelsea. Ma resta in un carcere maschile

Chelsea Manning
di Anna Guaita
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Mercoledì 23 Aprile 2014, 20:23 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 19:45
NEW YORK – Aveva sempre detto di non sentirsi a suo agio sessualmente, di non sentirsi davvero “maschio”. E finalmente Bradley Manning ha convinto un giudice a ratificare il cambiamento del nome: da oggi il 26enne caporale si chiamerà Chelsea.



Ma niente altro cambierà nella sua condizione: condannato a 35 anni di prigione per aver reso pubblici 700 mila documenti militari e diplomatici, il giovane soldato rimarrà detenuto nella prigione militare di Fort Leavenworth nel Kansas. La prigione è maschile. L’ipotesi di un suo trasferimento in un carcere femminile è per ora molto in alto mare. Il suo avvocato comunque ha assicurato che la lotta è solo all’inizio e che il prossimo passo sarà di ottenere che le autorità del Pentagono ammettano il trattamento ormonale per l’inizio del cambiamento del sesso per il giovane.



Bradley Manning era stato dislocato in Iraq, nel 2009, come analista di intelligence. In quel ruolo, scoprì vari video di profondo imbarazzo per il Pentagono, e fra questi il famigerato video del bombardamento del 2007 a Bagdad, in cui furono uccisi due giornalisti dell’agenzia di informazione Reuters. Manning fu molto turbato da queste immagini, e decise di passarle a Julian Assange, il fondatore del sito Wikileaks, dedicato alla trasparenza a tutti i costi.



Il giovane caporale finì però non solo per passare quei video, ma anche migliaia e migliaia di dispacci diplomatici che hanno poi non solo causato imbarazzo al Dipartimento di Stato, ma hanno anche messo a repentaglio la vita o la libertà di cittadini di Paesi non democratici che stavano collaborando o passando informazioni agli Usa.



Lo scorso agosto, Manning è stato condannato a 35 anni di carcere. Ma è possibile che gli venga concessa la libertà condizionata già fra otto anni. La giuria militare infatti non lo ha reputato colpevole della più grave delle accuse, quella di aver “aiutato il nemico”, ma solo di aver violato la legge sullo spionaggio. Inizialmente il giovane era stato rinchiuso in isolamento, in condizioni molto dure. Il Pentagono sosteneva che era per il suo bene, perché era un giovane confuso sulla propria identità, con evidenti tendenze suicide. Ma davanti alle proteste internazionali, il caporale è stato poi trasferito in una normale prigione militare.



Manning ha sempre spiegato di aver avuto terribili conflitti interiori. E infatti gli stessi psicologi del Pentagono hanno confermato che è vittima di “disforia del genere”, cioé profonda confusione sulla propria identità sessuale. Bradley ha progressivamente raggiunto “la consapevolezza di essere un transgender”, cioé di essere una donna intrappolata in un corpo maschile. Nel sentire che il giudice le aveva permesso di “ribattezzarsi”, ha fatto sapere di “essere felice”. E ha aggiunto. “Io spero che il cambiamento del nome, che per me ha un grande significato, possa rendere tutti più consapevoli del fatto che noi transgender esistiamo dappertutto in Anerica oggi, e che siamo costretti a superare grandi ostacoli solo per essere quel che siamo”.