L'ultimo in ordine di apparizione è Tom Lee, 63enne mercante di gemme, che a suo dire avrebbe aiutato gli investigatori federali a intercettare dove si trovava Osama Bin Laden e ora chiede la sua ricompensa di 25 milioni di dollari.
Lee per ricevere quella che ritiene la sua giusta ricompensa si affida a vie legali, rivolgendosi allo studio Loevy & Loevy, che in agosto ha inviato una lettera al direttore del Fbi, James Comey. Nella lettera si sostiene che un agente dell'intelligence del Pakistan avrebbe riferito a Lee di aver scortato Bin Laden e la sua famiglia da Peshawar ad Abbottad e che lo stesso Lee avrebbe poi girato la 'soffiata' alle autorità Usa.
Solo due giorni fa invece a reclamare i 25 milioni di dollari è stata la scrittrice Mary Pace per la cattura e l'uccisione di Osama Bin Laden, il 2 maggio 2011 in Pakistan. La sua vicenda è finita in tribunale. Le parti dovranno comparire il prossimo 18 dicembre al Tribunale di Roma dopo l'atto di citazione presentato nei mesi scorsi dagli avvocati Carlo e Giorgio Taormina, che assistono la scrittrice ciociara.
Il ministero dell'Interno italiano si è già costituito, mentre non lo ha ancora fatto il Dipartimento di Stato americano.
Pace, che da circa 20 anni si occupa di intelligence e terrorismo internazionale, sostiene di aver rivelato alla Cia, nel 2010, il rifugio dove si trovava il capo di Al Qaeda e per questo adesso chiede che le sia riconosciuta la taglia che era stata messa sulla testa di Bin Laden.
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