Elezioni a Berlino, batosta per la Merkel: i populisti avanzano ancora

Elezioni a Berlino, batosta per la Merkel: i populisti avanzano ancora
di Flaminia Bussotti
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Domenica 18 Settembre 2016, 18:25 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 09:50

BERLINO - La ruota continua a girare male per Angela Merkel: le elezioni regionali a Berlino, a un anno esatto dalle prossime legislative, hanno segnato ieri una nuova sconfitta per la Cdu, che registra il peggior risultato del dopoguerra nel Land e viene estromessa dal governo di grande coalizione della Città-Stato, capitale della Germania. Forte affermazione del partito di estrema destra AfD, che però non bissa i trionfi oltre il 20% dei voti incassati in Meclemburgo, dove ha addirittura sorpassato al secondo posto la Cdu, e in Sassonia-Anhalt.
Anche questa volta a dominare la campagna elettorale è stata la politica della Merkel sui profughi e lo scontento diffuso fra la popolazione. A profittarne è stata di nuovo l'AfD (Alternative für Deutschland), che nel frattempo, in soli tre anni dalla sua fondazione, è presente, con Berlino, in 10 parlamenti regionali (su 16 Länder in tutto) e con ogni probabilità riuscirà ad entrare al Bundestag alle elezioni politiche fra un anno.

GLI SCENARI
I socialdemocratici del sindaco-governatore Michael Müller (Spd), al governo finora con i cristiano democratici, dovranno cercarsi altri alleati perché la grande coalizione Spd-Cdu non ha più la maggioranza assoluta in seggi per governare. Esclusi governi di soli due partiti perché con nessuno, a due, si raggiunge la necessaria maggioranza. Si dovrà andare a un governo tripartito. Al momento l'opzione più probabile, favorita anche dal premier Müller, è una coalizione a tre rosso-rosso-verde fra Spd, Linke (sinistra) e Verdi. Sarebbe una novità assoluta in Germania, e uno scenario minaccioso per la cancelliera perché, se il modello venisse trasferito a livello nazionale, significherebbe la perdita del potere per la Cdu-Csu e l'insediamento nel 2017 di un cancelliere socialdemocratico al posto della Merkel. Una coalizione, la prima, rosso-rosso-verde esiste già, è al governo in Turingia (a est), ma è guidata dalla Linke non dalla Spd.

La Spd rimane il primo partito a Berlino con il 21,6% dei voti, seguita dalla Cdu con il 17,6%. Entrambi i grandi partiti subiscono gravi perdite di oltre cinque punti ma per la Cdu è un record negativo storico dopo quello segnato nel 2006 col 21,3%. I Verdi arrivano al 15,2%, la Linke al 15,6%, l'AfD raggiunge il 14,2% e i liberali (Fdp) superano lo scoglio del 5% e tornano nel parlamento regionale con il 6,7%.

VENTUNO PARTITI
Precipitano invece all'1,5% i Pirati e non saranno quindi più rappresentati nel Landtag. In seggi, sui 130 complessivi per i quali correvano 900 candidati di 21 partiti, 36 vanno alla Spd (ma le cifre potrebbero cambiare), 29 alla Cdu, 25 ai Verdi, 26 alla Linke, 22 all'AfD e 11 alla Fdp.

Al voto regionale cinque anni fa la Spd era arrivata al 28,3%, la Cdu 23,3%, i Verdi erano al 17,6%, la Linke 11,7% e i Pirati 8,9%.

Gli aventi diritto al voto erano ieri 2,5 milioni (su una popolazione di 3,5 milioni a Berlino). L' affluenza alle urne è stata superiore al 2011: 67% rispetto a 60,2%. I principali capolista erano il borgomastro Müller (Spd), succeduto da poco più di un anno al popolare sindaco Klaus Wowereit (Spd) e il ministro degli interni regionale, Frank Henkel (Cdu): entrambi di scarso carisma e oggetto frequente di satira.

IL BORGOMASTRO
«Ci siamo battuti per ottenere di più», ha dichiarato Müller facendo i conti con lo scarso risultato incassato, ma gioiendo ugualmente per essere rimasto il primo partito e poter dare vita al governo regionale (con lui al comando). «Non è un buon giorno oggi per i grandi partiti», ha ammesso Henkel includendo nella disgrazia anche la Spd e mettendo subito in chiaro che non ci pensa a sgombrare il campo: «Non mi dimetto», ha detto. Giubilo all'AfD il cui capolista a Berlino, Georg Pazderski, ha addirittura parafrasato, prendendola in giro, la famosa frase della cancelliera sui profughi: «wir schaffen das» (ce la facciamo), in allusione all'avanzata del suo partito in tutto il Paese.

I temi principali sullo sfondo del voto sono stati il lento funzionamento dell'amministrazione pubblica, il sistema scolastico, il traffico, la crisi degli alloggi con il continuo rincaro degli affitti ma, soprattutto, la cattiva gestione dell'emergenza profughi nel Land.

Le prossime elezioni regionali prima delle generali a settembre 2017 sono nella Saar a marzo e in Schleswig-Holstein e Nord-Reno-Vestfalia, il Land tedesco più popoloso, a maggio.

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