Austria al voto, l'ombra della stretta sui profughi: si sfidano Kurz, Kern e Strache

Sebastian Kurz
di Flaminia Bussotti
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Domenica 15 Ottobre 2017, 11:28 - Ultimo aggiornamento: 17:46
VIENNA Errori dei sondaggisti permettendo, che di granchi ultimamente ne hanno presi parecchi, dalle elezioni in Austria usciranno una nuova maggioranza e un ribaltamento degli equilibri politici che definire storico non è esagerato.
Al governo entreranno con ogni probabilità i populisti della FPÖ, partito nazional liberale di estrema destra, portato in auge da Jörg Haider e guidato ora da Heinz-Christian Strache (48). Partito galvanizzato da anni di opposizione che cavalca temi di facile presa come il no all'immigrazione, all'islamizzazione, ai privilegi della casta. I sondaggi danno vincente lo sfidante cancelliere Sebastian Kurz (31), attuale ministro degli esteri nella grande coalizione fra socialdemocratici (SPÖ) e popolari (ÖVP) e leader ÖVP, dato al 33%.

COALIZIONE O ALLEANZA
In gara per il secondo posto, la SPÖ del cancelliere Christian Kern (51) e la FPÖ, che si alternano fra il 23% e il 27%. Teoricamente è ipotizzabile dopo il voto una riedizione, l'ennesima, di una grande coalizione fra SPÖ e ÖVP. Però né Kern né Kurz sono disposti a fare il vice dell'altro. Di tutte le opzioni la grande coalizione sembra però quella meno probabile: a non volerla sono innanzitutto gli elettori, stufi di questa forma di governo che ha dominato da oltre 70 anni.
Non resta quindi che un'alleanza con la FPÖ di Strache, che sia Kern che Kurz sarebbero pronti a fare anche se non lo ammettono. Di coalizioni con la FPÖ, tanto con la SPÖ quanto con la ÖVP, esistono dei precedenti anche se pochi. L'ultima è stata nel 2000 fra la ÖVP del cancelliere Wolfgang Schüssel e la FPÖ di Haider e finì malissimo, con le sanzioni UE isolamento politico più drammatico dell'Austria nel dopoguerra.
Oggi i tempi sono cambiati e lo scenario di sanzioni è escluso anche perché la FPÖ è cambiata, si è data una ripulita. Se la FPÖ andasse al governo, sia con Kurz che con Kern, il vicecancelliere si chiamerebbe Strache, e agli esteri potrebbe andare Norbert Hofer, sconfitto per un pelo alle presidenziali dal Verde Alexander Van der Bellen, e considerato ancora più falco di Strache.
Per l'Europa, e l'Italia in particolare, potrebbe cambiare la musica. Giá da tempo l'Austria fatto nuovo per il paese che si è spesso accodato alla Germania si è distanziata dal governo di Angela Merkel. La censura più forte è arrivata con la crisi dei migranti e porta la firma principalmente di Kurz, il cui partito è peraltro speculare della CDU. Il giovane ministro degli esteri austriaco è stato fra i primi a criticare la Willkommenskultur, la politica del benvenuto della cancelliera, e ad adoperarsi per la chiusura della rotta balcanica.

LA PAURA DEI MIGRANTI
Nel 2015-2016 sono arrivati in Germania un milione di profughi e in Austria 100.000, il che, al netto della demagogia politica, significa che la Repubblica alpina, in relazione alla popolazione, ha un numero di migranti accolti superiore alla Germania. Il grande flusso ha creato paure fra la gente e portato acqua al partito anti-stranieri: Strache ne ha approfittato lanciandosi sul suo cavallo di battaglia preferito e dettando l'agenda agli altri partiti, Kurz e la ÖVP in primis. Criticare la Germania paga in termini di simpatie in Austria e voltare le spalle a Berlino significa volgere lo sguardo a Est, ai paesi del Gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia) partner storici dell'Austria, compatti nel rifiutare l'immigrazione e la politica dei ricollocamenti in Europa.
Se questo sarà lo scenario, la FPÖ al governo, prevedibile un inasprimento della politica europea di Vienna, in primo luogo su migrazione e euro. Le ipotesi post voto però non fermano qui e non si esclude neanche che Kern, a dispetto di tutti i pronostici, possa imporsi.

Si parla molto anche, se vincesse Kurz, di un possibile governo di minoranza ÖVP con l'appoggio esterno di altri partiti, e anche di una grande coalizione con la SPÖ junior e vicecancelliere l'attuale ministro della difesa Hans Peter Doskozil con cui Kurz lega. La FPÖ sarebbe sempre pronta in panchina, ma il giovane ministro degli esteri sa bene che l'Austria nel 2018 avrà la presidenza Ue e uno Strache vicecancelliere forse non sarebbe il massimo.
 
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