Per il momento al Brennero macchine, tir e treni transitano in continuazione senza rallentare. Si vedono anche pochi migranti in viaggi verso nord. «Il numero degli arrivi è stabile. In media transitano 20-25 persone al giorno», conferma Roberto Defant, dell'associazione Volontarius che si occupa dell'accoglienza di profughi in Alto Adige. «Per il momento - spiega - non abbiamo segnali che facciano pensare ad un aumento sostanziale».
Volontarius è in stretto contatto con la Questura di Bolzano e con la Provincia autonoma per essere pronti in caso di necessità. Al valico italo-austriaco da tempo esiste un piccolo centro di accoglienza con 70 posti letto. I controlli potrebbero partire a fine maggio, ma sarà il ministero degli Interni a Vienna a stabilire l'effettivo avvio, secondo il reale flusso di migranti. «Con Schengen e la fine dei controlli di frontiera il Brennero era diventato un simbolo dell'Unione europea, ora torna ad essere simbolo della divisione», hanno affermato il governatore altoatesino Arno Kompatscher e il segretario Svp Philipp Achammer, ribadendo la necessità di «una soluzione europea». Dall'Italia si sono alzate numerose critiche. Il sottosegretario all'Interno, Domenico Manzione, ha evidenziato «implicazioni economiche tutt'altro che trascurabili. Sarebbe una perdita secca consistente, per questo abbiamo insistito che l'area restasse aperta, ma l'Austria - ha aggiunto - ha elezioni politiche importanti alle porte». Per Gianni Pittella, presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, si tratta di «un muro preventivo inaccettabile» e di «una spallata inutile e negativa contro l'Europa». «Un pessimo segnale per l'Europa che non risolverà niente ma che contraddice i suoi valori», ha aggiunto la capodelegazione degli eurodeputati Pd, Patrizia Toia. Plaude invece il leader della Lega Nord Matteo Salvini: «Altro che il buonista Mattarella. Fa bene l'Austria che evidentemente ha politici che difendono gli interessi dei loro cittadini».
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