Austria, svolta a destra anti-migranti: i popolari di Kurz primo partito. Boom dell'ultradestra di Strache

Austria, svolta a destra anti-migranti: i popolari di Kurz primo partito. Boom dell'ultradestra di Strache
di Flaminia Bussotti
4 Minuti di Lettura
Domenica 15 Ottobre 2017, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 15:32

VIENNA Sebastian Kurz ha stravinto le elezioni in Austria e sarà incaricato dal presidente Alexander Van der Bellen di formare il nuovo governo. Sarà con ogni probabilità il prossimo cancelliere della Repubblica alpina, il quattordicesimo del dopoguerra, e, a 31 anni, il più giovane di tutti i tempi. Con lui la rotta vira a destra e sulla politica di migrazione si prevede una stretta. Esulta Kurz: «Prometto che da oggi lotterò con tutte le mie forze per cambiare questo Paese. Accetto questa responsabilità con grande umiltà».

Sul campo uno scenario politico sparigliato con incognite e novità. Al secondo posto, di misura, arriva il partito socialdemocratico (SPÖ) del cancelliere uscente Christian Kern, tallonato con pochissimo scarto al terzo posto dai populisti della FPÖ di Heinz-Christian Strache.

Secondo le ultime proiezioni la ÖVP è arrivata al 31,7%, un aumento del 7,7% rispetto alle elezioni del 2013, la SPÖ al 26,9%, lo stesso record negativo segnato quattro anni fa. La FPÖ è arrivata al 26%, con un incremento del 5,5 per cento. In serata la lotta per il secondo posto fra SPÖ e FPÖ non era comunque ancora data per vinta al 100 per cento dai socialdemocratici.

LA RIVINCITA
Altra novità di notevole portata, oltre al sorpasso della ÖVP al primo posto, la scomparsa dei Verdi dal Consiglio Nazionale, il Parlamento federale: il partito degli ecologisti guidato da Ulrike Lunacek resta sotto la soglia di sbarramento, che in Austria è del 4%, con il 3,9%, un calo dell'8,6%. Al loro posto invece entra la Lista Peter Pilz col 4,3%: una rivincita del leader storico del movimento ecologista che non era stato messo in un posto di suo gradimento sulla lista del partito, ha sbattuto la porta e fondato una sua lista poco prima delle elezioni.
Infine il partito dei Neos, formazione recente di orientamento liberale riformatore, si conferma in Parlamento con il 5,1%. Salvo cambiamenti con i risultati definitivi e la conta dei voti per posta, nel nuovo Consiglio Nazionale siederanno nella prossima legislatura dunque cinque partiti come ora, solo che al posto dei Verdi ci sarà la Lista Pilz. La vittoria di Kurz significa per l'Austria una virata a destra. I segnali del cambio di rotta si erano già manifestati da tempo a Vienna con la crisi dei migranti, cavalcata con forza soprattutto dai populisti di Strache, ma assecondata anche dalla ÖVP di Kurz e implicitamente anche dal governo di grande coalizione fra SPÖ e ÖVP, che aveva varato una serie di misure restrittive già nel 2016.

LO SCENARIO
Adesso per il giovane cancelliere in pectore ci sono diverse opzioni di governo: quella più probabile è un'alleanza con la FPÖ, sarebbe la seconda dopo quella controversa nel 2000, quando il cancelliere ÖVP Wolfgang Schüssel si alleò con la FPÖ di Jörg Haider attirandosi le sanzioni bilaterali degli stati Ue. Non si esclude però neanche una riedizione della grande coalizione con la SPÖ solo con le parti inverse e la ÖVP al comando. In tal caso Kern non ci starebbe a fare il vice cancelliere e al suo posto arriverebbe l'attuale ministro della difesa, Hans Peter Doskozil, che va d'accordo con Kurz.

È probabile comunque che Vienna, con la FPÖ al governo e un cancelliere Kurz che vorrà mantenere la linea dura promessa agli elettori, parlerà un'altra lingua in Europa su migrazione e anche di euro. La FPÖ, se effettivamente andrà al governo, venderà cara la pelle: si parla di una delegazione da due a quattro ministeri, fra cui interni, sanità, infrastrutture, economia. A Strache piacerebbero anche gli esteri ma è difficile che Kurz ci starà e lo stesso presidente Van der Bellen ha fatto capire che metterebbe il veto. Le elezioni 2017, a parte i partiti minori, sembrano in definitiva un deja vu del 1999 quando la FPÖ prese lo stesso risultato e fu cooptata da Schüssel al governo nel 2000. Per Peter Petzner, l'amico del cuore di Haider, il voto «è la stessa variante di Haider nel 2000, la legalizzazione di quel risultato, speriamo che poi non rifacciano tutti gli stessi errori di allora». Questa volta tutti escludono l'ipotesi di sanzioni Ue se la FPÖ andrà al governo: il partito si è spostato verso il centro e l'Europa è comunque diventata più populista: «Siamo arrivati al centro della società», ha commentato Strache.

© RIPRODUZIONE RISERVATA