Austria, marcia indietro di Sobotka: 80 poliziotti in più al Brennero per controllare gli immigrati

Austria, marcia indietro di Sobotka: 80 poliziotti in più al Brennero per controllare gli immigrati
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Sabato 21 Maggio 2016, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 09:30

Nonostante l'aumento delle forze dell'ordine italiane al confine del Brennero per scongiurare l'espatrio di migranti in Austria e il riconoscimento dello sforzo italiano da parte di Vienna, ora con l'arrivo di gruppi sparsi di profughi in Tirolo, la musica cambia. Vienna da martedì prossimo intende schierare 80 poliziotti al confine italo-austriaco. «Per controlli». Il presidente tirolese usa toni duri contro l'Italia e parla addirittura di «manovre ingannevoli», per far sì che l'Austria non innalzi recinti al Brennero.

Il Viminale replica parlando di sortita elettorale e snocciolando i dati: il sistema dei controlli funziona, le accuse di non mantenere le promesse sono smentite dai dati. L'avvio della costruzione di una barriera da parte austriaca al Brennero per predisporre il cosidetto «Grenzmanagement», ovvero il controllo sistematico dei profughi, era stato scongiurato il 13 maggio dai due ministri dell'Interno, Angelino Alfano e Wolfgang Sobotka, dopo un incontro al valico italo-austriaco.

Recentemente anche il commissario Ue Dimitris Avramopoulos, in una lettera ai ministri Gentiloni e Alfano, aveva spiegato di aver informato Vienna «che per il momento non abbiamo alcuna indicazione sulla necessità di reintrodurre i controlli di frontiera al Brennero nelle attuali circostanze, e questa decisione può essere presa solo come misura di ultima istanza, dopo una valutazione della sua adeguatezza e proporzionalità». Nei giorni scorsi, tuttavia, diversi gruppi di profughi hanno raggiunto l'Austria, passando per il Brennero.

Da qui la reazione del presidente del Land Tirolo Gunther Platter che si chiede «se le rassicurazioni del ministro dell'Interno Angelino Alfano non siano state forse una manovra ingannevole, per evitare i controlli ventilati dall'Austria». «Gli italiani ci hanno promesso più volte di voler attivare controlli rigidi nei treni e anche nella zona di confine. Fino a poco fa questi controlli hanno dato i loro frutti e il numero di chi varcava il confine in modo illegale era diminuito. Ora però sempre più spesso vengono osservati gruppi di profughi che raggiungono Gries am Brenner (primo paese in Austria - ndr) a piedi», afferma Platter. «Ho protestato dal ministro dell'Interno Wolfgang Sobotka. Non mi faccio dare pillole calmanti senza alcun effetto dagli italiani, mentre da noi cresce il numero di chi arriva senza averne i titoli», continua Platter. «Il ministro mi ha assicurato che da martedì verranno schierati al Brennero 80 poliziotti per i controlli che già ora sono possibili e, se verrà individuato un numero di profughi ancora più alto, chiederemo di attivare i controlli al confine come ipotizzato. Terremo la situazione sotto controllo».

In serata arriva la replica del Viminale, affidata al sottosegretario all'Interno (con delega all'Immigrazione) Domenico Manzione. «Abbiamo grande rispetto per le campagne elettorali degli altri Paesi, ma abbiamo soprattutto grande rispetto per la verità», dice il sottosegretario. Che precisa: «Per i flussi alla frontiera, abbiamo pattuglie miste che controllano i treni. Abbiamo mandato 50 uomini in più per potenziarle.

I numeri delle persone intercettate è assai modesto. Prendiamo per esempio oggi: 14 persone in tutto di cui 5 richiedenti asilo in altri Paesi, 4 espulsi dall'IItalia, 2 minori, 1 arrestato, 2 riammessi dall'Austria. Quindi questi ultimi sarebbero i soli ad avere attraversato la frontiera irregolarmente». «Le dichiarazioni del presidente Platter - conclude secco Manzione - non trovano conforto nei dati e spiace che vengano da un'autorità che ha concordato con noi la strategia di intervento».



 

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