Attacco a Londra, May: «Abbiamo tollerato troppo, ora basta»

Attacco a Londra, May: «Abbiamo tollerato troppo, ora basta»
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Lunedì 5 Giugno 2017, 01:07
La campagna elettorale è sospesa, per 24 ore. I toni da comizio no. Il sangue sparso ieri sera nel cuore di Londra macchia anche il voto politico nel Regno Unito, a pochi giorni dall'appuntamento con le urne dell'8 giugno. E il silenzio di rito, per rispetto alle vittime, non impedisce ai contendenti di lanciare messaggi: a cominciare dalla premier Theresa May, leader di un Partito Conservatore in affanno nell'ultima settimana di fronte alla rimonta accreditata dai sondaggi ai Laburisti di Jeremy Corbyn, che in qualche modo ricorre a scampoli di linguaggio alla Donald Trump. «Il troppo è troppo», tuona, dopo aver confermato che le elezioni si terranno come previsto, puntando il dito contro «l'estremismo islamico».

Poi, sfidando quel 'politically correct' che nelle stesse ore l'alleato americano prova a mandare al macero, via Twitter, fa riferimento ai «valori superiori» della cultura britannica rispetto ai «predicatori» delle moschee ultrà. La condanna dell'attacco di London Bridge e Borough Market, il terzo sull'isola in tre mesi, è identica nelle dichiarazioni di May, di Corbyn e di tutti gli altri capi partito. Le pose, i concetti e i richiami subliminali non lo sono affatto. Parlando dinanzi al portoncino al numero 10 di Downing Street, May - vestita di nero, come a lutto - si rivolge alla nazione da primo ministro. Ma tocca anche le corde dell' «ideologia», per condannare quella dei seguaci più radicali di Allah. Concede all'impostazione classica dei leader europei e occidentali la premessa che i terroristi rappresentano «una perversione dell'Islam e della verità». E, tuttavia, inalbera la bandiera dello scontro di valori, se non di civiltà. Mette in fila l'attacco del 22 marzo a Westminster, l'attentato suicida del 22 maggio del giovane figlio di rifugiati politici libici anti-Gheddafi a Manchester e quanto accaduto ieri sera: ammettendo che non vi è una collegamento diretto, ma evocando «un nuovo trend» nel quale «il terrorismo chiama il terrorismo e gli assalitori vengono ispirati da altri assalitori».

Quindi gli accenti si fanno più tribunizi. «È tempo di dire 'Enough is enough', il troppo è troppo», sbotta lady Theresa, promettendo lotta senza quartiere, anche sul terreno culturale, «non solo con l'azione militare o di intelligence», nei confronti di chi «sparge l'estremismo e il settarismo» in un Regno Unito ormai multietnico: a larga presenza di musulmani come di gente d'altre fedi. «Abbiamo avuto fin troppa tolleranza», insiste, «bisogna cambiare» registro, «così non si può più andare avanti». Il suo proclama va anche oltre: «I nostri valori di pluralismo sono superiori» a quelli di chi predica il male, dice. Predicatori che - rilancia - non possono avere una zona franca neanche su internet. Infine l'appello patriottico, di sapore simil bellico, che confina di fatto con un appello elettorale: «Stiamo uniti per sconfiggere i nostri nemici». Uniti dietro di lei, s'intende.

Corbyn, socialista e pacifista non pentito, mostra un altro volto.
Anche lui denuncia «l'orribile atto terroristico», ma senza atteggiamenti da condottiero, a voce bassa. Rende omaggio al coraggio della polizia e delle «persone comuni», per poi chiedere che la democrazia non abdichi, che il Paese «non si divida» e continui malgrado tutto a credere in «un futuro positivo». «Se lasciassimo che questi attacchi, a Londra e a Manchester, facessero deragliare il nostro processo democratico, perderemo tutti», reagisce quasi accorato il leader del Labour. «I terroristi hanno in odio la nostra democrazia, giovedì dobbiamo andare a votare per difendere la civiltà e i diritti umani», gli fa eco il sindaco Sadiq Khan, figlio d'immigrati pachistani di fede islamica e suo compagno di partito. Ma contro Khan (e contro il verbo laburista) s'abbatte dagli Usa l'ultimo tweet di Trump: «Almeno 7 morti e 48 feriti in un attacco terroristico e il sindaco di Londra dice che non c'è ragione di allarmarsi!», polemizza 'The Donald'.
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