Amal Alamuddin col pancione all'Onu: «Luce sui crimini dell'Isis»

In abito giallo, l'avvocatessa libanese ha esposto il caso delle donne yazide
di Rachele Grandinetti
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Venerdì 10 Marzo 2017, 14:49 - Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 09:05

«L’Isis è una minaccia globale che richiede una risposta globale e non può essere limitata al campo di battaglia. Le Nazioni Unite devono istituire un’inchiesta sui crimini dello Stato Islamico». Sono state queste le parole di Amal Alamuddin intervenuta durante l’assemblea delle Nazioni Unite a New York. L’avvocatessa libanese ha parlato della necessità di istituire in Iraq una commissione d’inchiesta sui crimini dell’Isis. Impegnata nella difesa delle donne yazide, schiave dei miliziani dello Stato Islamico, ha esposto nel Palazzo di Vetro il caso di Nadia Murad, yazida di 19 anni, anche lei presente all’assemblea: «Nessun militante dell’Isis ha affrontato un processo per atti terroristici. Non lasciate che sia un altro Ruanda, non lasciate che l'Isis la faccia franca con il genocidio», ha detto Amal.

 

A pochi giorni dalla prima uscita dopo l’annuncio dell’arrivo di due gemelli, la Alamuddin ha fatto il suo ingresso nel Palazzo all'angolo tra la 45th Street e la 1st Avenue in abito giallo con inserti neri che lascia intravedere le forme della dolce attesa. Impeccabile, come sempre, la signora Clooney ha acceso i fari sulle responsabilità: «Come mai non è stato fatto ancora niente? Ci sono fosse comuni non protette, testimoni che fuggono e nessun combattente del Califfato che abbia subito un processo per crimini internazionali». 

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