«Almeno trent'anni per sminare la Siria», l'allarme di Handicap International

«Almeno trent'anni per sminare la Siria», l'allarme di Handicap International
di Giulia Prosperetti
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Martedì 15 Marzo 2016, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 11:19
Sono passati cinque anni dalle manifestazioni contro il regime di Bashar al Assad del 15 marzo 2011. Da quel giorno la guerra in Siria ha causato oltre 270mila morti (79mila civili di cui 13mila e 500 bambini, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani) 13 milioni di sfollati e cinque milioni di profughi. 

Se i colloqui di pace tra il regime di Assad e l'opposizione, ripresi ieri sotto l'egida delle Nazioni Unite, fanno sperare a una prossima, sebbene difficile, conclusione del conflitto, un report dell'organizzazione Handicap International avverte che l'orrore e la minaccia per la popolazione siriana durerà ancora molto a lungo dopo la fine delle ostilità. «Nelle zone urbane toccate dal conflitto siamo in presenza di un vero e proprio “millefoglie esplosivo”», a dirlo è Emmanuel Sauvage, esperto di sminamento e supervisore del programma di riduzione dei rischi legati alle armi convenzionali e agli ordigni esplosivi improvvisati, attuato da Handicap International in Siria.

Da uno studio effettuato dalla ONG a Kobane emerge, infatti, una presenza media di dieci ordigni per metro quadrato in centro città. Il “millefoglie” di cui parla Sauvage è composto da un primo strato di bombe da disinnescare, uno strato di macerie e un terzo strato di ordigni potenzialmente esplosivi. Inoltre gli ordigni esplosivi improvvisati, IED, possono avere una carica esplosiva notevolmente superiore a quella delle mine antiuomo convenzionali, una minaccia di fronte alla quale l'equipaggiamento degli operatori risulta inefficace. Questa situazione rende il lavoro degli sminatori particolarmente complesso e pericoloso e allungherà di molto i tempi necessari per le operazioni di decontaminazione del territorio siriano. 

Nella primavera del 2015, la squadra di Handicap International ha raccolto e distrutto oltre dieci tonnellate di ordigni inesplosi ma per decontaminare la Siria, secondo Sauvage, «sarà necessaria una mobilitazione senza precedenti della comunità internazionale e serviranno, senza dubbio, oltre trent'anni per riuscire a eliminare i rischi presenti sul territorio e permettere alla popolazione di riprendere possesso delle proprie città, abitazioni e campi». 

Oltre agli IED, le principali città siriane sono disseminate da una percentuale non trascurabile di bombe inesplose piantate nel terreno, frutto dell'azione statunitense e russa. Una minaccia che un'eventuale prossima pacificazione del territorio non potrà fermare. 




 
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