Allarme antisemitismo su Twitter, il Parlamento inglese mette sotto accusa il "social del cinguettio"

Allarme antisemitismo su Twitter, il Parlamento inglese mette sotto accusa il "social del cinguettio"
di Antonio Bonanata
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Domenica 16 Ottobre 2016, 18:06 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 08:25
Allarme antisemitismo su Twitter: a mettere in guardia gli utenti del popolare social network, e non solo, le conclusioni cui è giunta la commissione del Parlamento inglese incaricata di passare al setaccio una serie di account e post marchiati dall’infamante ostilità nei confronti di svariati utenti ebrei. Ad essere coinvolti in questa ondata di odio antisemita anche alcuni parlamentari, come la laburista Luciana Berger, presa di mira da un sito web neonazista con base negli Stati Uniti, la quale in soli tre giorni, nel 2014, ha ricevuto ben 2500 messaggi offensivi.

La commissione, che ha riunito tutti i partiti presenti a Westminster, giudica “vergognoso” il fatto che gli utenti ebrei su Twitter non vengano abbastanza difesi di fronte a simili attacchi e che i proventi del “social del cinguettio” non siano destinati a contrastare livelli così alti di odio razzista. Nella relazione finale si precisa che, purtroppo, i membri del Parlamento di Londra non sono i soli a subire abusi verbali di carattere antisemita. “In un contesto di ricavi globali” si legge, infatti, nelle conclusioni della Commissione “per 2,2 miliardi di dollari, è deplorevole che Twitter continui ad agire come un host inerte di fronte a vaste sezioni di odio e abusi antisemiti”.

Viene inoltre messo in luce come l’azienda abbia le risorse necessarie e la capacità tecnica per fare di più contro questa spiacevole realtà, e debba continuare a impegnarsi in tal senso con maggior energia. Intanto, un portavoce del social precisa che Twitter “prosegue nel lavoro di contrasto al problema”. “Comportamenti mossi dall’odio non trovano posto su Twitter, continueremo a fronteggiare questa problematica a testa alta a fianco dei nostri partner nell’economia e nella società civile” viene aggiunto da parte dell’azienda. Si ribadisce, infine, che gli utenti del social devono potersi “sentire liberi di esprimersi e che c’è una netta differenza tra la libertà di espressione e le condotte che incitano all’odio e alla violenza”.