Tra le pagine della penna egiziana, Bassàm vive i suoi 23 anni al Cairo incastrato tra la ricerca di libertà e gli schemi rigidi imposti da quella società. Nel passaggio incriminato, il protagonista che beve e fuma hashish, ha un rapporto con una donna che frequenta. Quelle poche righe sono valse un bavaglio allo scrittore nonostante la Costituzione egiziana, rivista e approvata da un referendum soltanto due anni fa, parli di “libertà della creazione artistica” e di come nessuna pena detentiva possa “sanzionare un crimine commesso in ragione della natura artistica, letteraria e intellettuale di un’opera”.
Eppure l’editore è stato multato per una somma pari a 10.000 sterline egiziane (poco più di 1.000 euro) e l’autore, simbolo di una generazione schiacciata da un potere che mette a tacere anche uno slancio erotico che si consuma in mezzo alla carta, condannato al carcere.
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