Lo studio che è stato redatto congiuntamente dalla Geoscience Australia e dal CSIRO prende le mosse da quattro foto catturate da un satellite francese risalenti a due settimane successive alla sparizione del velivolo. Le immagini mostrano almeno dodici oggetti estranei "probabilmente fabbricati dall'uomo" che fluttuano nelle acque nei pressi del presunto luogo dell'incidente.
L'analisi prende in considerazione anche le correnti marine, analizzando gli oggetti che apparterrebbero al Boeing 777-220 scomparso. La zona considerata è di 25.000 km quadrati ed è situata nella parte occidentale dell'Australia che coinciderebbe con quella suggerita dallo studio dell'Australian Transport Safety Bureau (ATBS) del dicembre scorso.
La ricerca del velivolo scomparso si è protratta per circa 120.000 km quadrati senza dare grandi risultati. Come riferisce il giornale argentino Clarin, il capo della ATBS, Greg Hood, si è mostrato molto cauto sui risultati del nuovo rapporto poiché le foto catturate dal satellite francese mostrano ben settanta oggetti di cui dodici potrebbero essere "stati fabbricati dall'uomo" ed appartenere, dunque, all'aereo scomparso, aggiungendo che la risoluzione delle immagini non è sufficientemente buona per stabilire che quelli sarebbero proprio i resti del MH370. Intanto la compagnia americana Ocean Infinity, specializzata nell'esplorazione dei fondali marini, questo mese si è offerta di continuare gratuitamente le ricerche dell'aereo.
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