Il giallo delle scatole nere Da Bruxelles, fonti della Commissione spiegano di non sapere dove siano e lo stesso portavoce della compagnia aerea è piuttosto evasivo sull'argomento. I separatisti ucraini hanno annunciato di averne trovata una, e di volerla consegnare alla Russia. Ma Mosca prende le distanze e afferma di non «voler violare le norme». Secondo le convenzioni infatti l'Ucraina è competente per la conduzione dell'indagine e l'analisi delle scatole nere.
L'inchiesta internazionale Intanto l'Ucraina ha reso pubblica l'intenzione di seguire lo «schema internazionale» per l'indagine, alla quale potrebbe voler partecipare anche la Russia. Di sicuro vi prenderanno parte gli esperti della Malesia, in qualità di Paese della compagnia aerea; gli Usa, perché costruttori del Boeing; l'Olanda, come Paese che ha riportato il maggior numero di vittime; i britannici, per i motori Rolls Royce. Vi prendono parte inoltre organismi internazionali come Eurocontrol e Easa e una trentina di osservatori dell'Osce stanno raggiungendo il luogo del crash.
Un anno di indagini Il primo step dell'indagine è quello di mettere in sicurezza l'area, ma il «sito è molto vasto», si parla di 20 km quadri «e non è chiaro chi abbia già proceduto all'operazione di perimetrazione». Le fasi successive prevedono la salvaguardia delle prove, che dovranno essere vagliate ed incrociate dai vari team specialistici. Un report preliminare, che non necessariamente verrà reso pubblico, dovrà essere pronto dopo un mese e la durata standard di un'indagine di questo tipo è stimata in un anno circa. Se si dovessero sforare i dodici mesi, sarà necessaria una relazione circostanziata per i familiari delle vittime. Ma i dati tecnici non saranno sufficienti a stabilire le responsabilità, per questo spiegano fonti di Bruxelles, «non sarà solo un'indagine tecnica».
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