Elezioni, i flussi: il Pd sfonda al centro tra casalinghe e imprenditori

Elezioni, i flussi: il Pd sfonda al centro tra casalinghe e imprenditori
di Diodato Pirone
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Martedì 27 Maggio 2014, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 13:03
Il muro di Berlino caduto per la seconda volta. Questa volta in Italia. Quell’invalicabile steccato culturale che ha separato per vent’anni gli italiani di centrodestra da quelli di centrosinistra (e viceversa) è crollato domenica scorsa quando circa 430 mila elettori che l’anno scorso avevano votato per Berlusconi hanno osato l’impensabile: hanno attraversato la terra di nessuno firmando una cambiale di fiducia per Matteo Renzi.



Il passaggio di campo - il primo di questa misura dal 1994, da quando in Italia è sbocciato il bipolarismo - è emerso all’alba di ieri mattina dall’analisi dei flussi elettorali dalla Swg, società di sondaggi e di analisi sociale triestina. «Abbiamo rifatto i conti più volte prima di credere ai numeri che vedevamo - assicura Enzo Risso, direttore dell’Swg -. Finora centrodestra e centrosinistra hanno vinto o perso riportando o meno gli elettori dei loro blocchi alle urne. Ma i due popoli non si mischiavano. Preferivano far vincere gli ”altri” rifugiandosi nell’astensione ma non votavano per gli avversari. Il voto delle europee è stato più laico. Concreto».



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Lo spostamento verso il Pd - rafforzato da quasi 1,3 milioni di voti che dai centristi montiani sono passati ai democrat - è l’onda di maggior altezza fra quelle scatenate dall’enorme sasso nello stagno lanciato dagli italiani con le elezioni europee. Se infatti si passa ad esaminare il voto dal versante delle categorie o delle figure sociali, lo scioglimento del blocco di centro-destra quasi si tocca con mano attraverso tre importanti sorpassi effettuati dal Pd. Che diventa il primo partito fra gli imprenditori, le casalinghe e i giovani fra i 18 e i 24 anni. Non si ricorda a memoria d’uomo analoga coincidenza, persino per la Dc o il Pci.



E così il lungo (e ricambiato) amore berlusconiano per le casalinghe, alle quali l’ex Cavaliere è arrivato quest’anno a promettere pensioni da mille euro al mese, sembra essere finito sul viale del tramonto. Quest’anno la mitica casalinga di Voghera se n’è stata a casa a guardarsi la telenovela domenicale (circa 1,7 milioni di elettori del Pdl non sono passati a Forza Italia ma si sono ritirati nel limbo dell’astensione) mentre quelle che hanno preferito la cabina elettorale al 34% hanno scelto il Pd contro il 28% avvinghiate all’ultimo marchio berlusconiano, Forza Italia. L’anno scorso (su numeri più alti) il 30% delle casalinghe avevano scelto il Pdl contro il 25% delle preferenze raccolte dal Pd bersaniano.

Stesso spartito anche per una categoria strategica: gli artigiani e gli imprenditori. I dati Swg parlano chiaro: domenica il 30% degli autonomi che hanno scelto di votare hanno preferito il simbolo Pd contro il 22% che hanno barrato quello di Forza Italia. L’anno scorso la parti erano invertite: Pdl al 28% e Pd ridotto ad un misero 15%.



Il terzo sorpasso, infine, quello fra i giovanissimi, è forse quello più insperato dagli stessi renziani. I dati parlano di una sorta di investimento sul centro sinistra delle generazioni più fresche che sembravano le più sensibili ai ”vaffa” dell’accoppiata Grillo-Casaleggio e che invece hanno premiato Renzi con il 36% dei propri consensi. Per Grillo ha votato solo un giovanissimo ogni quattro. L’anno scorso in questa fascia di elettorato i grillini avevano raccolto il 30% dei voti staccando i Democrat di ben nove punti.



TEMPESTA GRILLINA

Ma torniamo ai flussi. Dall’analisi dell’Swg emerge con forza un altro elemento: la grande tempesta grillina. In un anno il MoVimento è riuscito a perdere più della metà dei votanti che si era conquistato nel 2013. Degli 8,7 milioni di italiani che nel 2013 hanno votato per Grillo quest’anno ben 4,6 milioni hanno cambiato idea, più dei 4,1 milioni che hanno confermato la loro preferenza. Grillo ha limitato i danni attraendo 1,7 milioni di nuovi elettori, 350 mila dei quali dal Pd e 410 mila dal Pdl-Forza Italia. «Ma il dato più importante che si osserva sul fronte grillino è la delusione - sottolinea Risso -. Delusione che emerge dai quasi 2,7 milioni di italiani che l’anno scorso gli hanno dato fiducia e che quest’anno sono rimasti a casa». Il Movimento ha sofferto molto anche la concorrenza renziana visto che oltre un milione di elettori che avevano preferito il comico genovese nel 2013 quest’anno si sono spostati sul Pd.



E Berlusconi? Ha attratto molto poco. Il suo bottino di 7,3 milioni di consensi raccolti alle politiche 2013 è dimagrito moltissimo segnando perdite per 3,7 milioni di voti e new entries per meno di un milione. Berlusconi, come detto, ha ceduto più di 400 mila voti al Pd ma anche 410 mila al M5S (dal quale ne sono rientrati solo 130 mila).