Zika, un caso a Roma: nove persone affette in Italia

Zika, un caso a Roma: nove persone affette in Italia
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Venerdì 5 Febbraio 2016, 16:06 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 22:14

È stato appena diagnosticato un caso di infezione da Zika virus a Roma in una persona italiana che ha soggiornato in Brasile nella seconda metà del mese di gennaio. Al rientro la persona ha manifestato insorgenza di rash cutaneo, senza febbre o altri sintomi. Dopo 2 giorni si è presentata all'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani, dove è stata visitata. Gli esami virologici specifici hanno messo in evidenza la presenza di infezione da Zika virus. Salgono così a nove i casi accertati in Italia.

L'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani ha attivato un percorso ambulatoriale per le malattie tropicali. Il personale sanitario che si trova a valutare soggetti con sospetto di infezione o con infezione confermata può contattare l'Ambulatorio di Malattie Infettive e Tropicali dell'Istituto, che è anche la struttura di riferimento identificata per il Piano Regionale Giubileo Straordinario. Inoltre, il virus Zika è stato inserito nei protocolli per la valutazione effettuata dall'ambulatorio per le infezioni in gravidanza presente in Istituto. Le donne in gravidanza, in casi di particolare urgenza, possono contattare il centralino dell'Istituto (06-551701).

Quattro casi in Veneto. In Veneto intanto c'è un quarto caso di positività accertato al virus. Lo rende noto l'assessore alla Sanità, Luca Coletto, che in precedenza aveva dato conto dei tre casi fin qui registrati dall'inizio dell'anno. Il quarto paziente è stato confermato dalle analisi eseguite dal laboratorio di riferimento di Padova. Si tratta di una persona italiana, tornata da un viaggio nella Repubblica Dominicana, curata all'Ospedale civile di Venezia. Le sue condizioni sono buone. In tutti i casi si tratta di persone rientrate da viaggi in alcuni dei Paesi dove l'infezione è più diffusa: Sudamerica e Caraibi.

«La comparsa di qualche caso - afferma Coletto - non deve destare alcuna preoccupazione, sia perchè sinora si tratta di persone tutte appena rientrate da zone a rischio, sia perchè abbiamo la dimostrazione che la macchina dei controlli e delle cure funziona». 
«Non c'è motivo di allarme perché Zika è monitorato in Veneto dal 2010, con Chijkungunya e Dengue, sia negli umani che nelle zanzare che ne sono i vettori, poi perché, se si presenta, siamo in grado di curarlo efficacemente».

Degli altri tre casi, uno riguardava una donna venezuelana rientrata dal Paese d'origine, già guarita e dimessa dall'ospedale di Treviso. Gli altri due sono invece quelli di persone - probabilmente turisti - rientrati da poco da viaggi a Santo Domingo e in Martinica. I pazienti, in cura presso gli ospedali di Vicenza e Padova, sono entrambi in via di guarigione. «Le precauzioni, cominciando ad informarsi bene prima di fare un viaggio nelle aree di maggior diffusione - ha aggiunto Coletto - sono invece necessarie e sono bene indicate nel documento emesso il 23 dicembre 2015 dal Comitato Europeo per la Sicurezza Sanitaria che riguardano in particolare i viaggiatori con disturbi del sistema immunitario, le donne in gravidanza, i bambini piccoli».

Per quanto riguarda l'estate, stagione nella quale le zanzare proliferano, i tecnici della Regione hanno già incontrato i referenti dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie per organizzare le attività di sorveglianza entomologica 2016 e a breve si terrà l'incontro con i referenti delle diverse Reti di Sorveglianza (Malattie Infettive, Laboratori di Microbiologia, Servizi Igiene e Sanità Pubblica).

«In Italia abbiamo aumentato il livello di controllo e di monitoraggio nel settore delle trasfusioni, come facciamo sempre nei casi in cui ci sono nuove epidemie con nuovi fattori di rischio». Lo ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in relazione alla conferma in Brasile dei primi due casi di contagio via trasfusioni per l'infezione da virus Zika. «Abbiamo - ha detto il ministro a margine di un incontro nella sede di Federmanager - un sistema di allerta e sorveglianza che è già attivato». Il Centro Nazionale Sangue (Cns) prevede, infatti, che chi ha viaggiato nei Paesi in cui è presente il virus Zika deve aspettare 28 giorni prima di donare il proprio sangue. ​

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