Secondo gli inquirenti «nei confronti del tunisino sono emerse infatti evidenze della sua vicinanza ideologica all'estremismo jihadista e all'Isis, anche in forza dei legami documentati con due foreign terrorist fighters tunisini recentemente deceduti mentre combattevano nel teatro di guerra siro-iracheno».
In particolare gli investigatori hanno documentato «la pubblicazione, da parte del Chiahoui, di attestati di stima e condivisione della scelta effettuata dai due combattenti 'martirì, indicati tra i 'pochi uomini veri che aveva conosciutò e come 'leonì (termine frequentemente utilizzato nella propaganda jihadista per indicare il mujahidin) nonché di fotografie celebrative degli stessi, dei quali asseriva di voler emulare le azioni».
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