Venezia vietata alle bici, addio pedalate fra calli e campielli: protestano i cicloamatori

Biciclette vietate a Venezia Foto Bonavoglia
di Luisa Mosello
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Lunedì 5 Dicembre 2016, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 10:09

Venezia in bicicletta? No grazie. D'ora in poi chi programma una vacanza nella città lagunare che il mondo ci invidia e vuole visitarla pedalando fra calli e campielli non potrà farlo. Dovrà dire addio a passeggiate sulle due ruote, così comode per chi le inforca ma non per chi si trova sempre più spesso in mezzo a veri e propri ingorghi da ciclo-traffico.  Il Consiglio comunale ha infatti approvato la Delibera 443/2016 “Modifica del Regolamento di Polizia Urbana in relazione alla circolazione dei velocipedi a due ruote nel centro storico di Venezia". Il divieto (assoluto) di portare le bici, anche se condotte a mano, a piazza San Marco e dintorni si rivolge ai turisti e a tutti coloro che non hanno la residenza in città.
 

 


Chi lo farà sarà fermato dai vigili e multato con un'ammenda di 50 euro. L’unico tratto escluso dal provvedimento è quello compreso fra la Stazione ferroviaria e Piazzale Roma, ma rigorosamente con la bicicletta al fianco.
Via libera invece ai bambini fino a 10 anni che potranno pedalare e usare i monopattini anche se solo in due fasce orarie precise (la mattina dalle 9 alle 13 e il pomeriggio dalle 15 alle 20) ma non nell'Area Marciana e in una grossa parte della zona centrale da campo San Bartolomio a calle larga XXII marzo.

«E' un importante provvedimento dell'Amministrazione per risolvere un annoso problema di sicurezza dei pedoni, causato spesso da turisti poco attenti - ha spiegato Alessio De Rossi, capogruppo della Lista Brugnaro Sindaco -. Al tempo stesso, abbiamo escluso dalla limitazione tutti i residenti del Comune di Venezia, che potranno a raggiungere le loro destinazioni con il velocipede a mano». Si parla anche di scongiurare possibili danni all’arredo urbano. Critici i cicloamatori che commentano: «Certo i probemi di traffico sono dovuti alle bici, non certo ai "bastimenti"...»  

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