Venezia, uno dei jihadisti su Instagram inneggiava allo Stato islamico

Venezia, uno dei jihadisti su Instagram inneggiava allo Stato islamico
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Venerdì 31 Marzo 2017, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 12:50

«Attendiamo gli interrogatori di garanzia, poi faremo il punto mentre gli investigatori sono sempre al lavoro». Così il Procuratore reggente di Venezia Adelchi D'Ippolito sul blitz di carabinieri e polizia che ieri ha portato in carcere tre presunti terroristi jiaidisti kossovari che abitavano in due abitazioni nei pressi di San Marco. I tre, Fisnik Bekaj di 25 anni, Dake Haziraj di 26 anni e il 28enne Arjan Babaj sono in prigioni al momento mantenute segrete. D'Ippolito, stando ai primi esiti dell'inchiesta, ha detto di escludere rapporti di questo gruppo con gli jiaidisti partiti per la Siria lungo l'asse Belluno-Pordenone e che erano legati ad una guida spirituale radicale, già espulsa da tempo, che viveva a San Donà di Piave ( Venezia) ma faceva proselitismo ed invitava alla guerra santa muovendosi proprio a cavallo tra Veneto e Friuli. 
 

 


L'attenzione di polizia e carabinieri si sta concentrando intanto sul materiale sequestrato nelle due abitazioni, a San Marco, dei tre arrestati. Nelle abitazioni sono stati trovati numerosi documenti ed almeno un paio di computer portatili i cui hard disk sono ora nelle mani degli esperti di polizia e carabinieri che hanno anche il problema di superare i problemi di traduzione dalla lingua madre dei tre all'italiano. Intanto è stato appurato che i video tutorial che i tre seguivano per prepararsi ad eventuali attentati sono in lingua francese. I tre - secondo le informazioni monitorate dalle forze dell' ordine - usavano profili facebook e Istagram «chiusi» che però al momento non hanno mostrato contenuti significativi anche se erano seguiti da numerosi follower tra i quali spiccano dei foreign fighters e sostenitori dell'Is.

Dall'account Instagram di Haziraj gli investigatori sono risaliti ad un ulteriore profilo, più inquietante, cogestito con Bekaj seguito da ben 18mila persone. I contenuti emersi sono relativi a riflessioni sul Corano e sull'Islam per poi passare alla denuncia del comportamento «immorale» dell'Occidente nei confronti dei musulmani in Siria fino a parteggiare apertamente per i combattenti del cosiddetto Stato Islamico. Bekaj, che si firmava «gurhaba», appare come un vero e proprio fanatico e i numerosi 'likè messi ai suoi post dovrebbero permettere agli inquirenti di allargare la cerchia di sostenitori del gruppo disarticolato ieri.


 

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