Veneto banca, oggi la decisione sul processo per 11 manager

Una filiale di Veneto banca
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Giovedì 23 Novembre 2017, 22:26 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 15:08
Ostacolo alle attività di vigilanza di Bankitalia e della Consob e aggiotaggio. Per questi reati, a seconda delle singole posizioni, rischiano di finire sotto processo a Roma 11 tra ex responsabili di Veneto Banca e altri manager coinvolti in un'inchiesta sul tracollo finanziario dell'istituto di credito. Oggi la richiesta di rinvio a giudizio sarà esaminata dal gup in un' aula che si prevede piena di risparmiatori intenzionati a costituirsi parti civile.

Oggetto del procedimento giudiziario la falsa rappresentazione a Banca d'Italia e Consob della reale situazione economica, patrimoniale e finanziaria di Veneto Banca nel periodo 2012-2014. Tra gli imputati l'ex Ad dell'istituto di credito Vincenzo Consoli, l'ex presidente Flavio Trinca, Stefano Bertolo, responsabile della direzione centrale amministrazione dal 2008 al 2014, Flavio Marcolin, ex responsabile degli affari societari e legali, Pietro D'Aguì, un lungo periodo al vertice di Banca Intermobiliare, Gianclaudio Giovannone, titolare della Mava SS, Mosè Fagiani, responsabile commerciale dal 2010 al dicembre 2014, e Massimo Lembo, all'epoca capo della Direzione Compliance.

Gli inquirenti hanno anche accertato che nel 2012 fu omesso di decurtare dal patrimonio di vigilanza della banca l'importo delle obbligazioni di Classe Ter 1 sottoscritte dalla società Mava; nel 2013 la decurtazione omessa, per la procura, fu non inferiore a 349 milioni di euro ed era «correlato al valore di azioni proprie cedute a terzi previo finanziamento concesso allo scopo ed alle perdite su crediti».
Al solo Consoli è anche contestato di aver ostacolato l'esercizio delle funzioni di vigilanza «in sede di richiesta di autorizzazione e di successiva attuazione all'operazione straordinaria di aumento del capitale sociale per un controvalore di 474 milioni di euro». Nel quadro degli accertamenti è emerso anche il maldestro artificio finalizzato a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni di Veneto Banca, non quotate,
«​che transitavano da un valore di 21,25 euro nel 2004 ad un valore di 40,75 euro nel 2013 e che venivano poi rivalutate in sede di liquidazione dei soci in recesso (dicembre 2015) per un valore di 7,3 euro»​. Per questa vicenda i pm hanno configurato il reato di aggiotaggio nei confronti di Consoli, di Trinca, di Diego Xausa e Michele Stiz, questi ultimi componenti del collegio sindacale nel 2014.
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