Urbino, allarme lupi: sabato sbranate decine di pecore, in pericolo fattorie e agriturismi

Urbino, allarme lupi: sabato sbranate decine di pecore, in pericolo fattorie e agriturismi
di Andrea Andrei
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Mercoledì 26 Ottobre 2016, 17:38 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 19:36
È bastato un attimo di disattenzione, pochi minuti in cui era impegnato a ripulire una stalla. Una distrazione pagata a carissimo prezzo, perché Michele Fadda, agricoltore di Urbino, si è ritrovato con il suo gregge di pecore decimato, dopo un violentissimo attacco da parte di un branco di lupi. «Ho trovato 20 pecore ammassate l'una sull'altra. Alcune sono state letteralmente dilaniate – racconta, ancora sconvolto – mentre le altre, che scappavano terrorizzate, hanno finito per travolgersi a vicenda. Molte sono morte soffocate». La stessa sorte è capitata a un altro pastore, che ha un terreno poco distante da quello di Fadda. A lui è andata meglio, se così si può dire: di pecore ne ha perse "solo" una decina.

Scene impressionanti, non solo perché tremendamente cruente, ma perché rappresentano il vero incubo di chi vive di pastorizia. «Un danno sull'immediato di almeno 12 mila euro – spiega Fadda – senza contare i danni potenziali: quando un gregge viene spaventato in questo modo, c'è una forte riduzione del latte prodotto, e negli animali sono frequenti gli aborti».

E così tutta la zona compresa tra Urbino e Pesaro adesso deve fare i conti con una nuova minaccia, come spiega Maurizio Romagnoli, responsabile della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) di Urbino: «Alcuni lupi sono arrivati a ridosso degli agriturismi, e rappresentano un pericolo non solo per gli animali, ma anche per le persone. Quest'estate ce n'è stato uno che è entrato in una fattoria didattica, dove c'erano un sacco di bambini che imparavano a lavorare la terra».

Eppure, come afferma lo stesso Romagnoli, fino a due o tre anni fa quello dei lupi non era un problema nelle sue zone: «Nelle campagne di Urbino non siamo abituati ad avere a che fare con quest'emergenza. Tutto è cominciato quando sono aumentati gli animali selvatici, soprattutto cinghiali e caprioli. Si tratta di specie che non sono originarie di queste zone, e che sono state introdotte sul territorio perché attirano cacciatori. Il problema è che si spingono senza remore fin nelle fattorie, e così i lupi vengono attirati da queste parti».

Ma non solo, perché mentre i lupi attaccano le pecore danneggiando gli allevatori, i cinghiali si accaniscono sui raccolti creando grossi problemi agli agricoltori. «Da queste parti c'è grande rassegnazione ormai – spiega ancora Romagnoli – abbiamo cercato di sensibilizzare le istituzioni per spingerle ad affrontare questi problemi, magari prevedendo di controllare la diffusione di animali selvatici o con degli aiuti economici per chi viene danneggiato. Anche perché, ad esempio, chi si ritrova con il gregge decimato poi deve anche provvedere a sue spese allo smaltimento delle carcasse. Per chi vive di questa economia è davvero un dramma».
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