Udine, si presenta alla polizia con il cadavere della fidanzata in auto: «L'ho strangolata»

Udine, si presenta alla polizia con il cadavere della fidanzata in auto: «L'ho strangolata»
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Martedì 1 Agosto 2017, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 13:56

Ancora un femminicidio, ancora una donna uccisa dal fidanzato: un tecnico di 36 anni di Spilimbergo (Pordenone), si è presentato stamani al comando della Polizia stradale di Palmanova (Udine) dicendo di avere in auto il cadavere di Nadia Orlando, 21 anni, di Dignano (Udine), la sua fidanzata. L'uomo ha confessato di aver strangolato la giovane. Entrambi lavoravano all'azienda "Lima" di San Daniele del Friuli (Udine), azienda specializzata in protesi ortopediche.

Il corpo della ragazza era reclinato sul posto a fianco del guidatore. La vettura, una Toyota Yaris, è stata esaminata nel parcheggio della caserma dalla Polizia scientifica e dal medico legale, il corpo è stato rimosso verso le ore 11.30. 

«La differenza di età all'interno della coppia sembra che rappresentasse un problema: ieri sera c'è stata l'ennesima lite, forse è volata qualche parola di troppo, almeno secondo quanto sostiene il reo confesso, e a quel punto l'uomo ha preso al collo la fidanzata fino a stordirla e farle perdere conoscenza, tragico preludio al decesso».

È la ricostruzione dell'omicidio riferita da Mazzega agli investigatori della Polizia di Stato. Lo ha reso noto, parlando con i giornalisti, il vicequestore aggiunto di Udine, Massimiliano Ortolan, al termine dell'interrogatorio dello stesso Mazzega.

«L'uomo ha spiegato che quell'alterco sarebbe avvenuto in macchina, a Dignano, non lontano dall'abitazione della vittima - Ai colleghi che piantonavano il comando della Polizia Stradale, a Palmanova (Udine), ha confessato di avere in auto il cadavere della ragazza, che era morta da diverse ore. La discussione era nata per quelle che l'uomo ha definito piccole problematiche, che erano viste come molto grandi da lui e forse sottovalutate da lei».

Discussioni che sarebbero legate, in particolare, alla gelosia dell'uomo nei confronti di una fidanzata di 15 anni più giovane. «È pentito e si vergogna di ciò che ha fatto - ha ribadito Ortolan - e riteniamo che non ci sia la premeditazione, ma questo dato sarà valutato dalla Procura». Secondo il medico legale che ha effettuato l'ispezione cadaverica, il delitto sarebbe avvenuto tra le 22 e le 23 di ieri sera. «I ragazzi erano usciti poco prima delle 20 - ha concluso il vicequestore - niente sembrava lasciar presagire questo epilogo».


 

 


«È una tragedia immane: non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere». Sono le parole pronunciate da una parente di Nadia Orlando, all'uscita dall'abitazione dove la ragazza viveva con i genitori e un fratello. Da quanto si è appreso, la famiglia aveva lanciato l'allarme all'alba di oggi, quando ha scoperto che la ragazza non aveva fatto rientro per la notte. Secondo le testimonianze riferite dai vicini della vittima, Nadia sarebbe uscita ieri sera con il fidanzato senza che vi fossero sospetti circa il tragico epilogo. Quando dalla sede di lavoro della coppia è stata confermata la contemporanea assenza dei due, il dubbio è diventato realtà senza che comunque si pensasse ancora a un delitto, ma piuttosto a un incidente.

«Il papà di Nadia era molto preoccupato: pochi giorni fa mi ha riferito il suo timore per questo fidanzato che aveva descritto come possessivo e geloso.
Si era perfino commosso alle lacrime non sapendo come risolvere, dopo che la figlia gli aveva confidato il proprio disagio. Nemmeno si sentisse un simile epilogo». Lo ha riferito un anziano cugino della famiglia della vittima, prima di entrare dai genitori e stringersi al loro dolore, a Dignano. Nadia Orlando era benvoluta in paese e si prodigava per la propria comunità: aiutava alla sagra locale, che si è conclusa domenica sera, e dava una mano al giornalino della parrocchia. Anche il sindaco di Dignano, Riccardo Zuccolo, ha espresso il proprio cordoglio. Per garantire tranquillità ai congiunti ha firmato un'ordinanza urgente con la quale vieta l'accesso alla strada dove si trova l'abitazione di famiglia, meta di un triste pellegrinaggio a piedi di tanti amici e parenti.

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