Caso ovuli, imputazione coatta per l'infermiera che accusò Antinori: «Disse il falso»

Caso ovuli, imputazione coatta per l'infermiera che accusò Antinori: «Disse il falso»
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Martedì 31 Ottobre 2017, 16:51 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 15:53
Imputazione coatta per calunnia nei confronti dell'infermiera spagnola che con la sua denuncia ha portato sotto processo il ginecologo Severino Antinori, per un presunto prelievo forzato di ovuli. Così ha deciso il gip di Milano Luigi Gargiulo. La Procura, scaduto il termine di 10 giorni per formulare il capo di imputazione, dovrà chiedere il rinvio a giudizio della giovane la quale avrebbe «falsamente accusato, mediante denuncia-querela» il medico romano difeso dagli avvocati Carlo Taormina, Tommaso Pietrocarlo e Gabriele Vitiello. Secondo il gip, l'infermiera agì «nella consapevolezza dell'altrui innocenza» quando raccontò che il ginecologo la costrinse a subire forzatamente un'operazione per il prelievo di otto ovociti, il 5 aprile 2016. Da qui l'indagine dei pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti e, in seguito, il processo milanese a carico del medico, del suo anestesista e delle due segretarie della clinica dove è avvenuto l'intervento.

Nel provvedimento, il gip scrive che la 25enne avrebbe calunniato il medico quando affermò che lui la sottopose «a un trattamento farmacologico non voluto e diverso da quello prospettatole, da cui sono derivate lesioni», che le sottrasse il telefono e che le provocò «lesioni consistite in ecchimosi varie sul corpo». Il giudice ritenuto quella dell'accusatrice del ginecologo una «ricostruzione fantasiosa» e il suo racconto sul prelievo inconsapevole degli ovuli sia stato «immaginato dall'indagata già nei giorni precedenti ai fatti».

L'indagine a carico della giovane è nata a seguito della denuncia per calunnia presentata dai difensori di Antinori.
Denuncia a cui sono seguite due richieste di archiviazione presentate dai pm Ripamonti e Lesti e altrettante richieste di opposizione presentate dai difensori. Il processo a carico del ginecologo, che si svolge davanti alla ottava sezione penale, riprenderà il prossimo 29 novembre. Mentre in questi giorni il perito grafologico incaricato dal Tribunale di stabilire a chi appartengano le firme apposte sui moduli al consenso informato all'operazione dell'aprile 2016, dovrà completare il lavoro. Nelle scorse settimane, aveva stabilito che quei moduli non erano stati firmati dalla giovane infermiera e ora dovrà anche cercare di individuare il vero autore di quelle firme. 
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