Complessivamente, dal 2010 a oggi, si stimano tagli nel servizio ferroviario regionale pari al 6,5% e negli intercity del 19,7%. Servizio migliorato solo in poche regioni (il caso migliore è la Provincia di Bolzano), in tutte le altre la situazione resta la stessa, se non peggiore. A fotografare la situazione è Legambiente che lancia la campagna Pendolaria, con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare. L'analisi dei finanziamenti e dei processi organizzativi verranno invece presentati insieme con il rapporto completo a gennaio 2017
Peggio di tutte fa la Roma-Ostia Lido, linea suburbana gestita da Atac che dovrebbe soddisfare la domanda di circa 100.000 studenti e lavoratori che ogni giorno fanno i conti con corse che saltano e continui ritardi, in assenza di un'adeguata informazione agli utenti. I circa 28 km tra la stazione di Porta San Paolo e Ostia Lido vengono coperti con lentezza esasperante da treni vecchi (spesso di oltre 20 anni), sovraffollati, privi di aria condizionata d'estate o riscaldamento d'inverno. Biglietterie solo nel 21,4% dei casi; personale ferroviario assente o saltuario nel 78,6%; tabelloni elettronici degli orari guasti nell'85,7% dei casi.
Ritardi all'ordine del giorno lungo la Circumvesuviana, che collega un'area metropolitana di circa due milioni di abitanti e si estende per 142 km distribuiti su 6 linee e 96 stazioni. Fino al 2003, assicurava più di 500 corse al giorno; oggi i numeri sono dimezzati. Salvo guasti, viaggiano 56 treni, ma ne occorrerebbero almeno 70 per garantire un servizio dignitoso. Crollo di utenti per l'Eav (Circumvesuviana, Cumana, Circumflegrea e Metrocampania NordEst): dai 40 milioni del 2010 ai 27 milioni sulla Circumvesuviana; da 20 a 11 milioni quelli della Sepsa (Cumana e Circumflegrea); da 67 milioni a 40 quelli di MetroCampania Nordest.
Al terzo posto nella classifica delle linee peggiori c'è la Reggio Calabria-Taranto: solo 4 collegamenti al giorno da Reggio a Taranto, per una durata minima di 6 ore e 15 minuti, ma con tre cambi e un tratto in pullman. Molti tagli (20% dal 2010) e cancellazioni (2 intercity, 4 intercity notte, 5 treni espresso, 7 treni espresso cuccetta, 2 treni interregionali). Al quarto posto c'è la Messina-Catania-Siracusa. Su questa linea negli ultimi 15 anni i treni si sono ridotti del 41% e viaggiano meno veloci. Grave è anche lo stato di degrado delle stazioni. La Cremona-Brescia occupa il quinto posto grazie a treni più lenti oggi di 15 anni fa (34 minuti nel 2002, 58 oggi), ritardi, soppressioni, carrozze sovraffollate, disagi dovuti allo spostamento del sottopasso di Brescia per i lavori dell'alta velocità. Materiale rotabile tra i più vecchi (treni con 25-30 anni di età) e servizio ancora parzialmente effettuato da automotrici diesel. La Pescara- Roma è al sesto posto. Ogni giorno il numero di pullman è tre volte quello dei treni e su gomma si viaggia più veloci e più comodi con collegamenti che vanno dalla mattina presto alla sera tardi. La linea avrebbe bisogno di investimenti per velocizzare i collegamenti, visto che solo 15 km su 240 sono a doppio binario. Con il nuovo orario sono stati inseriti dei treni Jazz per velocizzare gli spostamenti, ma l'offerta vale solo per i pendolari che da Pescara vanno verso Roma la mattina e tornano la sera, e non viceversa.
Al settimo posto, i collegamenti per Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara, chiuse a seguito dei tagli decisi dalla Regione Piemonte.
Fino a pochi anni fa, da Casale Monferrato si poteva andare a Vercelli in 18 minuti e a Mortara in 25 minuti, con diversi collegamenti giornalieri. Oggi ci vogliono fino a due ore. Ottavo posto per la tratta Bari-Martina Franca-Taranto, colpa della lentezza dei treni (41 km/h) e del binario singolo per gran parte della tratta, circolazione ridotta, continui guasti, sovraffollamento e informazione inadeguata. Al nono posto, i 52 km a binario unico della Treviso-Portogruaro utilizzata soprattutto dagli studenti e dagli utenti dell'Ospedale Riabilitativo di Motta di Livenza. Negli ultimi mesi i servizi su questa linea hanno subìto un graduale peggioramento, con forte riduzione dei convogli soprattutto nel pomeriggio, e uso di mezzi vecchi (almeno 35 anni) con velocità media di soli 50 km/h. Infine, la Genova-Acqui Terme, 46 km a binario unico che hanno subito forti tagli, con ritardi cronici dovuti a problemi durante l'attraversamento dei passaggi a livello, ai lavori di potenziamento della stazione di Rossiglione e quelli tra Genova Brignole e Genova Principe.
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