Un arresto, cinque denunce, un dimostrante in ospedale, una passante che si infortuna nel trambusto. A Torino ci sono i leader della Lega Nord e in città divampa la protesta dei network autonomi e antirazzisti: in trecento tentano di avvicinarsi a piazza Solferino, teatro dell'evento targato Carroccio, e vengono respinti da una breve ma decisa carica della polizia. Poi, per interminabili minuti, i manifestanti lanciano uova e bombe carta e la polizia risponde con lacrimogeni che si disperdono per le strade affollate.
«È triste - dice Matteo Salvini - manifestare protetti da grate di ferro e cordoni delle forze dell'ordine per colpa di gruppuscoli coccolati dalla sinistra. È indegno e mi spiace che questo accada soprattutto a Torino.
La manifestazione della Lega, cui ha preso parte una nutrita rappresentanza di Casa Pound, era intitolata #chiamparinoacasa: una richiesta di dimissioni del presidente della Regione (il quale, insieme a Matteo Renzi e al sindaco Piero Fassino, viene bersagliato di critiche e slogan anche dal corteo antagonista). «Siamo convinti - dice Salvini - che in Piemonte si voterà in autunno. Per ora siamo concentrati sulle elezioni di primavera: e in Veneto siamo ottimisti». Il leader leghista, naturalmente, viene chiamato ad esprimersi su temi di respiro nazionale.
Landini? «Lui e Renzi sono due facce della stessa medaglia bacata, che porta gli italiani a perdere. Sostengono una immigrazione senza controllo e l'Europa che ci sta affamando». Il Jobs Act? «Stiamo valutando un referendum per abbatterlo». La riforma della Rai? «È diventata Telerenzi. Ha tolto i partiti e la comanda lui». Quanto a Berlusconi, smentisce le notizie su una telefonata: «Dicono tutti che siamo sempre sul punto di incontrarci. Ma io non l'ho sentito. Nè oggi nè in questi giorni».