Torino, la Cassazione: «Imponente la colpa dei manager della Thyssen per il rogo in cui morirono 7 operai»

Harald Espenhahn
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Lunedì 12 Dicembre 2016, 16:05 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 12:50
È stata una «colpa imponente» quella commessa dall'ex ad della Thyssen Harald Espenhahn che insieme ad altri cinque manager del gruppo siderurgico ha provocato, per la totale e consapevole mancanza di adeguate misure di sicurezza, il rogo dello stabilimento di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 in seguito al quale morirono sette operai. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi del verdetto emesso lo scorso 13 maggio di conferma delle pene lievemente ridotte nell'appello bis.

Ad avviso della Suprema Corte, quella dell'ex ad e degli altri dirigenti, è una «colpa imponente» tanto «per la consapevolezza che gli imputati avevano maturato del tragico evento prima che poi ebbe a realizzarsi, sia per la pluralità e per la reiterazione delle condotte antidoverose riferite a ciascuno di essi che, sinergicamente, avevano confluito nel determinare all'interno» dello stabilimento di Torino «una situazione di attuale e latente pericolo per la vita e per la integrità fisica dei lavoratori».

I supremi giudici affermano inoltre che quella commessa è stata una «colpa imponente» anche per «la imponente serie di inosservanze a specifiche disposizioni infortunistiche di carattere primario e secondario, non ultima la disposizione del piano di sicurezza che impegnava gli stessi lavoratori in prima battuta a fronteggiare gli inneschi di incendio, dotati di mezzi di spegnimento a breve gittata, ritenuti inadeguati e a evitare di rivolgersi a presidi esterni di pubblico intervento».
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