Terzo Valico Genova-Milano, 14 arresti: anche escort per aggiudicarsi gli appalti

Terzo Valico Genova-Milano, 14 arresti: anche escort per aggiudicarsi gli appalti
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Mercoledì 26 Ottobre 2016, 13:23 - Ultimo aggiornamento: 13:30
La Guardia di Finanza sta eseguendo 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e dirigenti, coinvolti - secondo quanto si apprende - nei lavori per la costruzione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d'asta. Quattro di questi arrestati sarebbero il legame tra l'inchiesta dei carabinieri di Roma e quella della Guardia di Finanza di Genova sulla presunta corruzione negli appalti per le grandi opere. Secondo quanto si apprende, l'indagine dei carabinieri nasce da uno stralcio dell'inchiesta su Mafia Capitale e riguarda appunto anche quattro soggetti che avrebbero avuto a che fare con i lavori del Tav ligure e che sono anche destinatari del provvedimento della procura di Genova nell'inchiesta sul Terzo valico.

Gli arrestati  Le 14 ordinanze di custodia cautelare riguardano Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv; Pietro Paolo Marcheselli, ex presidente di Cociv; Maurizio Dionisi, imprenditore; Antonio e Giovanni Giugliano, imprenditori; Giuseppe Pretellese, tecnico che lavora nella impresa di Giugliano; Andrea Ottolin, funzionario Cociv; Giuliano Lorenzi, dipendente Cociv; Antonio Parri, dipendente Cociv; Giulio Frulloni; Marciano Ricci, imprenditore; Giampiero De Michelis, ingegnere; Domenico Gallo, imprenditore.
Secondo l'accusa i quattordici, che sono agli arresti domiciliari, avrebbero «inquinato» quattro lotti di gare di appalti: Libarna, valore gara 67 milioni di euro; galleria Cravasco, valore 1 milione e 700 mila euro; lotto Serravalle, valore 189 milioni di euro; lotto galleria Vecchie Fornaci. Per quanto riguarda la galleria Cravasco gli inquirenti sospettano che vi siano gravi problemi strutturali vista la scarsa qualità dei materiali usati.


Escort in cambio di appalti Per aggiudicarsi gli appalti dei lavori per il Terzo Valico genovese gli imprenditori non pagavano soltanto tangenti ma offrivano anche prestazioni con escort. È quanto emerso dall'inchiesta della guardia di finanza e della procura di Genova che ha portato all'esecuzione di 14 misure cautelari.
In particolare, secondo gli investigatori, la gara di appalto dei lavori per la galleria Vecchie Fornaci sarebbe stata assegnata a due società, la Europea 92 e la Cipa spa in cambio di serate con prostitute oltre che mazzette. Un sistema oliato, secondo gli inquirenti, che andava avanti da almeno un anno e mezzo.
Per aggiudicarsi gli appalti dei lavori per il Terzo Valico genovese gli imprenditori non pagavano soltanto tangenti ma offrivano anche prestazioni con escort. È quanto emerso dall'inchiesta della guardia di finanza e della procura di Genova che ha portato all'esecuzione di 14 misure cautelari.
In particolare, secondo gli investigatori, la gara di appalto dei lavori per la galleria Vecchie Fornaci sarebbe stata
assegnata a due società, la Europea 92 e la Cipa spa in cambio di serate con prostitute oltre che mazzette. Un sistema oliato, secondo gli inquirenti, che andava avanti da almeno un anno e mezzo.

Le indagini della Finanza. Dalle immagini riprese dalle telecamere nascoste posizionate dagli uomini della Guardia di Finanza si nota una prima persona che provvede ad oscurare l'ufficio abbassando le tapparelle e quindi si nota una seconda persona che consegna una «bustarella». I due parlano per qualche minuto, dopodiché la seconda persona si allontana e la prima conta il denaro. Le persone, a conoscenza del fatto che fossero «controllati», spesso comunicavano a gesti. Alle 11:30 odierne, il Procuratore Capo della Repubblica di Genova, Francesco Cozzi e Vincenzo Calia terranno una conferenza stampa, presso la Procura della Repubblica.

Nei mesi scorsi, l'indagine di Genova si è incrociata con l'analoga attività avviata dai Carabinieri del comando provinciale di Roma su input della procura della Capitale: l'inchiesta è così proseguita con una collaborazione sia a livello investigativo che giudiziario. E dall'attività investigativa è emerso che ad alcuni dirigenti cui spettava seguire lo svolgimento delle gare indette dal general contractor, per pilotare l'assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte 'anomalè divenissero regolari e, in altri, hanno utilizzato dei 'concorrenti di comodò che in realtà non erano minimamente interessati all'aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l'assegnazione all'unico concorrente interessato. Almeno in occasione di una turbativa, gli investigatori della Guardia di Finanza hanno documentato il pagamento di una tangente. I militari delle Fiamme Gialle stanno eseguendo una serie di perquisizioni finalizzate all'acquisizione di diversa documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania.

Il comandante generale della Guardia di Finanza. «La lotta alla corruzione è assolutamente una priorità» per garantire «lo sviluppo economico e sociale». Lo dice il comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, commentando gli arresti di Roma e Genova. «Gli strumenti che abbiamo a disposizione per combattere la corruzione - aggiunge - sono assolutamente adeguati e lo dimostrano i risultati che stiamo ottenendo». Per vincere la battaglia contro la corruzione serve però un cambio di mentalità nel Paese. «Non posso che garantire - conferma Toschi - che proseguiremo a fare quel che stiamo facendo da tempo: una diffusa e capillare attività fin dalle scuole medie per diffondere la cultura della legalità e far capire agli studenti e agli universitari che la lotta alla corruzione è alla base di ogni possibile sviluppo economico e sociale».
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