Terremoto, il poker di scosse “nato” ad agosto. Gli esperti: «Serie mai vista»

Terremoto, il poker di scosse “nato” ad agosto. Gli esperti: «Serie mai vista»
di Valentina Arcovio
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Giovedì 19 Gennaio 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 17:46

Uno spaventoso poker di scosse ha fatto tremare, ancora una volta, tutto il Centro Italia. Le prime tre scosse si sono susseguite in una sola ora: una alle 10.24 di magnitudo 5.1, un’altra alle 11.14 di magnitudo 5.5 e un’altra ancora di magnitudo 5.3 alle 11.25. Le prime due sono state localizzate nell’area di Monterale, in provincia de L’Aquila. La terza è avvenuta dieci chilometri a Sud, nella zona di Capitignano, la stessa area interessata dalla sequenza sismica del terremoto de L’Aquila nel 2009. Poi alle 14.34 un’altro forte terremoto, di magnitudo 5.1, a 3 chilometri dal comune di Barete e a 5 chilometri dai comuni di Pizzoli, Cagnano Amitero e Capitignano. In pratica, le aree colpite sono le stesse martoriate dal terremoto nei mesi scorsi: L’Aquila, Rieti e Teramo, la zona di Amatrice. Aree già devastate da quel maledetto terremoto del 24 agosto che ha ucciso quasi 300 persone. E poi da quella scossa record di magnitudo 6.5 del 30 ottobre scorso, la più forte mai registrata dal 1980. 

I RIFLESSI SULLA CAPITALE
A Roma. Le 4 scosse di magnitudo uguale o superiore a 5, che si sono verificate nel giro di 3 ore, sono state avvertire distintamente nella Capitale. E sono state percepite come un terremoto del terzo grado della scala Mercalli. Ma non solo. Secondo le indicazioni del progetto «Hai sentito il Terremoto?» dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), le scosse sono state avvertiti da Ravenna a Foggia, terrorizzando buona parte della Penisola.

UN’UNICA SUCCESSIONE
«Non si è mai vista una serie di terremoti succedersi con queste modalità», sottolinea il sismologo Alessandro Amato dell’Ingv. «È un fenomeno nuovo nella storia recente per le modalità con le quali si manifestato», aggiunge. E’ già successo che che siano avvenuti terremoti successivi in tempi ravvicinati, «a volte a distanza di pochi secondi, com’era avvenuto nel 1980 in Irpinia, altre volte con un intervallo di dieci ore», spiega Amato. «Ma quest’ultima sequenza mostra una progressione singolare nello spazio e nel tempo – prosegue – di cui non ricordo alcun precedente. Da punto di vista scientifico sarà interessante studiare questa particolare sequenza sismica».

IL CONTAGIO SISMICO
C’è chi ha definito questa sequenza come effetto «domino» o «a cascata». Ma forse sarebbe più corretto parlare di un fenomeno di «contagio sismico» tra faglie adiacenti. «Quando una faglia genera un terremoto, la faglia stessa - spiega Andra Billi, ricercatore dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Igag-Cnr) - si libera dello stress al quale era sottoposta immediatamente prima del terremoto e trasferisce parte di tale stress ai segmenti di faglia adiacenti, che in un lasso di tempo imprevedibile (ore, giorni, mesi, anni) possono a loro volta generare terremoti e di nuovo ‘contagiare’ le faglie adiacenti». Di certo c’è che il sistema delle faglie interessate è davvero molto complesso. «Siamo di fronte a un’area attivata totale molto grande, lunga 50 chilometri», dice Antonio Piersanti dell’Ingv. «Non sappiamo come queste faglie interagiscano – precisa Amato – e né in modo in cui sono collegate le une alle altre. Siamo di fronte a un fenomeno molto complesso, ancora tutto da chiarire».

LA SEQUENZA DI SCOSSE MAI INTERROTTA
La zona colpita da quest’ultima sequenza di scosse, compresa fra Montereale e Camposto, sembra sia rimasta «silenziosa» per cinque mesi, ossia dall’inizio della sequenza del 24 agosto. In realtà, le scosse ci sono state, eccome. Dal terribile terremoto della scorsa estate ne sono state registrate oltre 45mila. Vale a dire una ogni quattro minuti e mezzo. I terremoti con magnitudo compresa tra 4 e 5 sono stati oltre 50, quelli con magnitudo tra 3 e 4 sono stati più di 900. Le scosse hanno modificato la struttura geologica di un’area di mille chilometri quadrati. Nella zona di Castelluccio, uno degli epicentri, il suolo si è abbassato di 70 centimetri. «Negli ultimi giorni è stata registrata un’attività sismica, compreso un terremoto di magnitudo 4,4», dice Paola Montone, sismologa dell’Ingv. In mezza giornata, tra ieri mattina e ieri pomeriggio, la rete sismica dell’Ingv ha registrato nell’Aquilano più di 100 scosse.

L’AREA PIÙ A RISCHIO
Pur essendo una sequenza con una tempistica «mai vista», sappiamo che la zona interessata è considerata «ad alta pericolosità». L’area si colloca tra il settore attivo nel 2009 e quello del 2016. «E’ un sistema di faglie, non un’unica faglia, che si è mosso in maniera abbastanza complessa», spiega Amato. Sembra infatti non esserci una logica nella direzione verso la quali si sta muovendo la sequenza: tanti terremoti, disseminati nell’Italia centrale in modo disordinato. Considerando la sequenza iniziata il 24 agosto si nota che «i terremoti - spiega il sismologo - non si sono spostati tutti a Nord o a Sud, ma che si sono mossi a macchia di leopardo, e che alcune zone non si sono mosse». Si potrebbe parlare piuttosto, secondo Amato, di «attivazione frammentata», nella quale la stessa faglia si rompe un po’ alla volta. Nel caso dei terremoti di ieri questo va, naturalmente, verificato: al momento non è che un’ipotesi».

LA SERIE DI SCOSSE DI ASSESTAMENTO
Quello che succederà d’ora in avanti è impossibile prevederlo. Perché è impossibile prevedere quando, dove e con che intensità si verificherà un terremoto. L’unica cosa che possiamo dare per assodato sono le cosiddette scosse di assestamento. «Ce ne saranno sicuramente altre», conferma Amato. «Non possiamo neanche escludere - continua - che ci siano altre scosse forti: abbiamo imparato in questi mesi, ma lo sapevamo da prima, che questi fenomeni di attivazione di faglie successive sono purtroppo abbastanza frequenti. Osserviamo con attenzione e cerchiamo di capire che cosa sta accadendo».

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